Milano, 4 febbraio 2025 – Cento persone per lui posson bastare. Dal 10 febbraio Max Giusti, un passato ad ‘Affari tuoi’, torna a giocare in Rai. Sul secondo canale, in prima serata, va in onda ‘99 da battere’. “È un misto tra un game e un reality. Ci sono cento concorrenti, da 18 a 98 anni, che devono superare 99 giochi. A ogni stadio, l’ultimo viene eliminato. Hanno vissuto per 24 giorni insieme dalla mattina alla sera, per questo parlo di reality. Raccontiamo le loro storie. E il bello è che in alcuni giochi ci si può aiutare. I ragazzi, abituati a relazionarsi solo con smartphone e messaggi, hanno scoperto un altro modo di incontrarsi. Ed erano felici”.
Lei conduce giochi, è comico, fa teatro, radio, ha una band. Quale attività le riesce più spontanea?
“... e vado anche da Fazio. Ogni nuovo progetto mi dà un grande entusiasmo. Ma forse a teatro, da solo sul palco per uno spettacolo scritto da me in tre anni, è il posto dove mi sento più a mio agio (è in tournée con ‘Bollicine’, il 7 febbraio ad Assisi, ndr).”
Lei è popolare per le sue formidabili imitazioni. Come sceglie le sue vittime?
“Alessandro Borghese l’ho visto come il protagonista di ‘Free Willy’, quel vecchio film che raccontava della liberazione di un’orca. Lo volevo vedere libero di dire quello che veramente pensa. De Laurentiis lo conosco bene perché ho lavorato insieme con lui, ci sono anche andato in vacanza. È un grande affabulatore, e ha un eloquio unico”.
Quale dei suoi bersagli si è lamentato?
“No comment...”
Insisto.
“Aurelio all’inizio era un po’ preoccupato, poi ha visto che la sua famiglia si divertiva e gli ha fatto piacere. Ma io faccio le imitazioni per divertire il pubblico, non voglio offendere nessuno”.
È vero che a 18 anni con le donne andava sempre in bianco?
“Ero molto timido, non troppo sicuro di me stesso. Andare sul palco è stato terapeutico”.
Racconti del suo incontro con Fabio Capello…
“Era l’anno dello scudetto della Roma, e ci siamo trovati sullo stesso aereo. Io ero alla fila 25, lui alla 6. All’arrivo aspetto che la gente scenda, poi mi avvicino con la tessera della Roma – allora era cartacea – in mano. E molto umilmente gli chiedo se me la può autografare. Lui mi risponde gelido: ‘Non vedi che sto leggendo?’ Zitto zitto me ne sono andato”.
Anche ai tempi di ‘Quelli che il calcio’ Maurizio Crozza non era molto gentile…
“Per me quella trasmissione era un sogno che si realizzava. Ma mi tenevano ai margini. Lui non voleva che partecipassi alle riunioni di redazione. Così ero costretto a stazionare in corridoio per aspettare di incontrare un autore che venisse a lavorare con me. Mi sentivo proprio fisicamente emarginato”.
Qualche mattana l’ha fatta anche lei…
“Da piccolo ricordavo che in Piazza del Popolo si poteva parcheggiare. Così, quando ho comprato la mia prima macchina – usata – sono entrato contromano nella piazza. E l’ho fatto varie volte, prima che il mio cervello capisse che non si poteva fare, che i tempi cambiano. All’inizio la raccolta differenziata mi sembrava assurda, adesso ho imparato a farla in modo scrupoloso”.
I tempi cambiano anche per la comicità. Lei è uno dei pochi che non è contro il politically correct.
“Sei oggi riesci a far ridere solo dicendo frocio, ciccione, negro, allora è meglio che cambi mestiere. Non siamo fermi a 30 anni fa”.
La spesa più pazza che ha fatto?
“Dopo aver firmato per ‘Affari tuoi’ ho portato in vacanza alle Maldive, per una settimana, mia moglie, i miei figli, mia mamma e mia suocera. Ed era Natale. Ho speso una cifra enorme ma una volta nella vita, via, si può fare”.
Il suo peccato capitale?
“L’accidia. Sono un romano con un avo milanese, non mi fermo mai. Ma se mi dai un divano, un tv con mille canali e qualcosa da mangiare, sono felice”.
Corre ancora sulle moto da cross?
“Continuo. Mi sono rotto due braccia, due gambe, ho una sciatalgia tremenda. Ma, come scrive Tiziano Terzani, vorrei un altro giro di ruota. Siccome non c’è, cerco di fare tutto quello che mi piace”.
La sua peggiore paura?
“Non riuscire a salutare le persone che amo prima di morire”.
Zuzzerellone com’è, chissà quanti scherzi ha combinato...
“Ne ho fatti ma ne ho anche subiti. Una volta con la voce di Lotito ho chiamato un allenatore di serie B, o forse C, dicendogli che mi serviva un tecnico per la Primavera. Naturalmente lui era felice, ma lo scherzo mi è sembrato troppo crudele e mi sono svelato subito. Un’altra volta ho chiamato Marotta con la voce di De Laurentiis. È stato gentilissimo, continuava a darmi ragione. Abbiamo parlato per 20 minuti e non si è accorto di niente”.
Gli scherzi subiti?
“Gli amici mi hanno mandato in un negozio a comprare un tubetto di ‘cervelletto di acciughe’. Il padrone mi ha risposto: ‘Ma che, sei venuto a prendere per il c...?’ Ho realizzato subito e per 40 minuti ho chiesto scusa”.