
Massimo Coppola durante 'new:brand:new volume uno'
Milano, 25 marzo 2025 – Era il 1999, la moneta utilizzata in Italia era ancora la Lira e il Millennium Bug, inteso come errore di programmazione che avrebbe dovuto bloccare il mondo al passaggio del nuovo millennio, faceva paura. Era il 1999 quando si affacciavano dal mondo venerato dai giovani di Mtv sull’Italia televisiva Massimo Coppola e il suo ‘brand:new'. Un format tanto semplice quanto innovativo: telecamera fissa e il ventenne Massimo Coppola che raccontava se stesso e la propria vita intervallando la narrazione con dei videoclip. Un successo. Tanto che ora, 25 anni dopo – ‘brand:new’ è andato in onda dal 1999 al 2010 – Massimo Coppola porta sul palco ‘new:brand:new volume uno’, una nuova versione di quel format realizzata insieme agli autori storici del programma Giovanni Robertini e Alberto Piccinini. Una version non nostalgica, ma attualizzata. Il tour si conclude con le ultime tre date: questa sera in Santeria a Milano, il 28 marzo al Vyper Theatre di Firenze e il 4 aprile di nuovo in Santeria a Milano.
Coppola, come è nata l’idea di riproporre ‘brand:new’?
“All’epoca il programma funzionava perché aveva una sua comunità. Una sera, poco tempo fa ho pubblicato sui social un video di ‘brand:new’ che avevo trovato e nel giro di poco tempo ha avuto 800mila visualizzazioni. Ho ricevuto tanti messaggi di utenti che mi chiedevano di tornare: la comunità non lo aveva mai dimenticato. E quindi abbiamo deciso di farlo, ma questa volta a teatro dal vivo”.
Cosa ha portato alla nascita di quella community?
“Ero io, era tutto abbastanza autentico, non avevo un obiettivo. La comunità che si è creata è nata per caso”
Cosa deve aspettarsi chi viene a vedere ‘new:brand:new volume uno’?
“La modalità della trasmissione autentica e autoironica di punti di vista non è cambiata, sono tornato a divertirmi, ad essere più leggero. Sono sempre stato contrario alle aspettative, anzi credo sia sempre meglio averne molto poche nella vita. Essendo un incontro tra persone reali e vive il pubblico è parte in gioco, non viene a vedere qualcosa ma a fare qualcosa”.
La parte dello spettacolo che le piace di più?
“Gli applausi, in tv non li sentivo”.
Cosa augura questo show?
"Di continuare il più possibile, perché voglio fare questo per il resto della mia vita. Per me è molto meglio della terapia”.
Un ospite dei sogni con cui vorrebbe fare ‘‘new:brand:new’?
"Visto che si parla di sogni, ne vorrei due: Marx e Kurt Cobain. Saremmo un gran bel trio”.
Progetti futuri?
"Stiamo già lavorando a un ‘volume due’”.