Lunedì 22 Luglio 2024
STEFANO MARCHETTI
Spettacoli

La disco entra nel tempio della musica classica

Alla Royal Albert Hall di Londra l’orchestra dei Bbc Proms ha aperto il Festival 2024 eseguendo i brani più noti degli anni ’70

La disco-music nel tempio della classica

La disco-music nel tempio della classica

Sedici violini, sei viole, cinque violoncelli, due clarinetti, due flauti, un’arpa, archi, fiati, percussioni, un’intera orchestra sinfonica. E sopra il palcoscenico sette mirrorball con gli specchietti tirati a lucido... Quelle non potevano proprio mancare nella serata in cui alla Royal Albert Hall di Londra si è compiuta una svolta quasi storica: a quasi cinquant’anni dalla sua nascita, la musica disco è diventata ufficialmente “classica“. Con una scelta certamente coraggiosa, i Bbc Proms, tra i più famosi festival internazionali di musica classica (circa 90 appuntamenti in otto settimane, sempre tutto esaurito), hanno dedicato uno dei due eventi di apertura proprio a quei brani anni ‘70 che riempivano – e ancora riempiono – i dancefloor.

"Abbiamo voluto trasformare l’auditorium nello Studio 54 di New York", ha detto David Pickard, direttore dei Proms. E così il repertorio dei grandi successi di Donna Summer, Gloria Gaynor, dei Bee Gees e dei Boney M è stato affidato alla Bbc Concert Orchestra, già avvezza alle esplorazioni contemporanee, ma che senz’altro ha suonato più spesso Sibelius o Rachmaninov. Diretta da Daniel Bartholomew - Poyser, per questa performance è stata rafforzata da una sezione ritmica e dalle voci potenti di alcuni vocalist.

Alla Royal Albert Hall questo tipo di musica non è nuovo: nell’affascinante teatro circolare, con una capienza di più di cinquemila posti a sedere, si sono esibiti negli anni tutti i grandi del rock, e anche Zucchero ci ha cantato più volte. Ma l’ingresso della disco ai Proms (fondati nel 1895) è stato vissuto da alcuni, in Inghilterra, come un affronto: non è possibile – per i puristi – affiancare la Febbre del sabato sera ai Berliner diretti da Kirill Petrenko, che saranno a Londra il 31 agosto, oppure alla grandezza di Sir Simon Rattle che dirigerà la Sesta di Mahler.

"The Proms are dumbing down...", hanno detto: ovvero, stanno diventando stupidi. Tanto per attizzare il fuoco, David Pickard ha invitato al festival anche alcune star del pop come Florence Welch (Florence and the Machine) e il controverso Sam Smith "che realizzeranno progetti speciali", ha annunciato. Ci saranno pure omaggi a Henry Mancini, nel centenario della nascita, e a Burt Bacharach. "La musica popolare è sempre stata di casa ai Proms – ha replicato il direttore – Anche Sir Henry Wood, che li ha diretti per 50 anni, era solito inserire anche canzoni da salotto vittoriane, quelle piuttosto noiose". In Inghilterra peraltro la musica classica è un fenomeno pop: esiste perfino un’amata stazione radiofonica, Classic Fm, che trasmette Mozart o Chopin come le nostre emittenti passano a rotazione Annalisa e Mahmood. E la dance, a ben guardare, rivela splendide sfumature: "C’è tantissimo materiale orchestrale nascosto sotto strati di sintetizzatori – racconta Callum Au, che ha curato gli arrangiamenti per la serata – Ho introdotto alcuni elementi sinfonici, come i corni francesi e i fiati, che non erano presenti negli originali: senza la grandezza di un’intera orchestra, tutto suonerebbe più convenzionale". E allora, ecco Disco inferno e Rasputin, I will survive, Hot stuff e Rock the boat, ma anche la Quinta di Beethoven che venerdì si è ascoltata nella serata inaugurale dei Proms e dopo 24 ore nella versione ballata da John Travolta.

Gli spettatori – un mix di età tra i fan storici degli Abba, che per l’occasione hanno rispolverato quintali di paillettes, e giovanissimi stile Eurovision – hanno gradito certamente tantissimo. Già dall’attacco del concerto, nessuno è riuscito a rimanere seduto un secondo: hanno cantato e ballato per due ore, fino al bis con Last dance di Thanks God it’s friday. La Royal Albert Hall non sembrava neppure lo stesso teatro dove domani sera il controtenore Jakub Jozef Orlinski canterà Monteverdi, Caccini e Frescobaldi, o venerdì la Bbc Scottish Orchestra eseguirà la Seconda Sinfonia di Elgar. Ma la musica è così, non ha frontiere. E il tempo che passa la fa pure diventare storia.