
Giovanni Toscano (Foto Silvio Deiaco)
Cantautore, scrittore e attore. Giovanni Toscano, pisano di 29 anni ma giramondo per vocazione - frequenta Milano per la musica, Roma per la recitazione e la Toscana per cuore e radici -, ha pubblicato ‘Un posto migliore’, disco che arriva due anni dopo ‘Arrogantissimo’ ma che è molto distante da quell’album. Disco che è anche una finestra sul caleidoscopico mondo di un artista che merita di essere conosciuto e ascoltato senza barriere o preconcetti. Perché ha veramente tanto da dire.
Giovanni, come è nato ‘Un posto migliore’? Cosa è cambiato rispetto agli ultimi lavori?
“Il punto di partenza è sempre la mia quotidianità. Sono cambiato io rispetto al passato. Sono più ottimista, prima ero malinconico. Continuo ad esserlo, ma sono più aperto anche ad altro. L’album nasce dalle domande: ‘Chi è Giovanni? Come può essere felice al di lá del singolo risultato che ottiene?’”.
Che spazio ha il dibattito sulla felicità nella tua vita?
“Uno spazio importante. Parliamo tanto anche fra amici dei desideri, delle nostre priorità. Siamo una generazione caratterizzata dall’introspezione. C’è un continuo confrontarsi con i genitori sulle cose che non ci piacciono, noi stiamo molto attenti alla relazione, all’apertura, al dialogo”.
Cosa rappresenta per te la musica?
“Per me è allo stesso importantissima e irrilevante: è intrattenimento, ma anche quello che a un certo punto ti ritrovi che piangi e non sai perché lo stai facendo. E questo è bellissimo e molto utile, perché rimette a posto ogni cosa”.
Quando hai capito di essere un artista?
“Da piccolo. La mia vita creativa è stata molto supportata soprattutto da mia madre. Al liceo ero confuso, leggevo e scrivevo tanto, ma non trovavo una mia strada. Tutto è cambiato quando ho iniziato a frequentare l’accademia di recitazione: lì sono riuscito a mettere tutto a posto e mi sono calmato”.
Nel disco ‘Un posto migliore’ la tua voce si mescola a quelle di Emma Nolde e Assurditè. Come è nata la collaborazione con queste due cantautrici?
“E’ stato tutto molto spontaneo: ho tre sorelle e mi è sembrato naturale collaborare con due voci femminili. La canzone con Assurditè è lo specchio della nostra amicizia nata durante un festival, con Emma Nolde invece ci siamo visti nella sua casa in campagna e abbiamo scritto il brano”.
La collaborazione dei tuoi sogni?
“Se potessi scegliere, sarebbe con la band americana Beirut”.
I tuoi progetti futuri?
“Porterò il disco negli instore e poi nei live, vorrei farlo ascoltare il più possibile”.