Emma Bonino, 75 anni, è guarita dal tumore. “Devo fare ancora una tac di conferma, ma dopo 8 anni questo microcitoma indesiderato se ne è andato”, così l’ex ministra degli Esteri intervistata da Francesca Fagnani nella nuova puntata di Belve, ha dato la buona notizia della sua guarigione. Dopo 8 anni di cure. “Si è fatta arrestare, si è trovata in mezzo ad una sparatoria a Mogadiscio, ha girato le bidonville di mezzo mondo. Non ha mai smesso di lottare”, il post della conduttrice sui social per annunciare l’ospite di punta della serata in onda martedì 10 ottobre (alle 21.20) su RaiDue, insieme a Stefania Nobile e a Federico Fashion Style.
La lotta contro il microcitoma
Era il 2015 quando Emma Bonino aveva rivelato di avere un tumore al polmone, che l’aveva costretta a sottoporsi a numerose cure e cicli di chemioterapia, ad indossare un turbante che non avrebbe più abbandonato. Il microcitoma o carcinoma è un tumore polmonare caratterizzato da una rapida crescita e una precoce disseminazione metastatica. Rappresenta circa il 15% di tutti i tumori polmonari diagnosticati, con un’incidenza annuale di oltre 200.000 casi in tutto il mondo. La lotta contro la malattia scoperta quando aveva 66 anni non l’ha fermata, l’ex senatrice non ha mai smesso di fare politica e portare avanti le sue battaglie. "Le sembra un reato che le donne abbiano un’ambizione? Sono andata avanti e continuerò ad andare fin dove mi reggeranno le forze, spero a lungo", ha detto la storica leader radicale a Fagnani.
A Radio Radicale l'annuncio nel 2015
Otto anni fa. Mentre in quel periodo il nome della parlamentare ricorreva più volte nella rosa dei possibili candidati a succedere a Giorgio Napolitano al Quirinale, arrivava per Emma Bonino anche la terribile notizia che lei decise di condividere con gli ascoltatori di Radio Radicale. “Recentemente mi sono sottoposta a dei controlli medici di routine che però hanno evidenziato la presenza di un tumore al polmone sinistro. Si tratta di una forma localizzata e ancora asintomatica, ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso di chemioterapia che è già stato iniziato e che durerà almeno 6 mesi”, l’annuncio fatto il 12 gennaio del 2015 dalla Bonino ai microfoni della radio.
“Non sono intenzionata ad interrompere le mie attività perché da una passione politica non ci si può dimettere, però è chiaro che le mie attività dovranno essere organizzate in base alle esigenze mediche cui è necessario dare in questo momento una priorità assoluta”, aggiungeva la Bonino che è stata più volte ministra (agli Esteri nel governo Letta) e commissario europeo. Bonino, in quei giorni invitava “gli operatori dei media di rispettare questa situazione senza mettersi a fare indagini o robe varie”. La telefonata si era poi conclusa con un messaggio per chi viveva la stessa esperienza: "A tutti coloro che in Italia e altrove affrontano questa o altre prove voglio solamente dire che dobbiamo tutti sforzarci di essere persone e di voler vivere liberi fino alla fine, insomma io non sono il mio tumore e voi neppure siete la vostra malattia, dobbiamo solamente pensare che siamo persone che affrontano una sfida che è capitata".
La fine con Pannella
Oltre alla sua salute ritrovata, Emma Bonino nel salotto della Fagnani ripercorre alcuni dei passaggi cruciali della sua carriera politica, parla delle sue scelte, della dolorosa la lite con Marco Pannella, il compagno di tante battaglie radicali. “È stata una rottura unilaterale da parte sua. Non ho mai capito bene perché e ne ho sofferto molto”. Quando dice: “Davvero non ha capito i motivi della rottura?”, lei risponde: “No, o forse mi ha fatto talmente male che ho voluto assolutamente girare pagina e pensare ad altro”. C’è ancora qualcosa che Emma Bonino avrebbe voluto dirgli: “Gli volevo chiedere: "Ma che ti prende, ma che ti viene in mente?". Lui disse una volta che ero una burocrate leale, mah”. Quando Fagnani, infine, le chiede: "C’è una belvata che ha fatto e che rivendica o di cui si pente?", Bonino risponde: "Io ne ho ricevute di belvate, se è per quello. Non mi posso dimenticare lo schiaffone improvviso di Calenda. Mi ha lasciato il segno perché il 2 agosto aveva firmato un accordo scritto da lui e il 7 agosto, nella trasmissione di Lucia Annunziata, avverte che in effetti lui non regge e se ne va, e se ne va con Renzi".