Giovedì 26 Settembre 2024
CRISTIANA MARIANI
CRISTIANA MARIANI
Spettacoli

Fedez e Tony Effe, il dissing che riporta in auge personaggi dimenticati: quanti follower in più?

Decine di migliaia di nuovi seguaci sui social per i personaggi coinvolti, ma questo porta nuovi ascoltatori?

Il dissing fra Fedez e Tony Effe

Il dissing fra Fedez e Tony Effe

Il dissing fra Fedez e Tony Effe. Con Nicky Savage protagonista di rimessa. Chiara Biasi additata come consumatrice di ketamina. Cosa che, peraltro, sarebbe in ogni caso affar suo. Taylor Mega che torna ad essere citata sui social network. Persino Andrea Damante menzionato. Nuove views sui canali YouTube dei personaggi coinvolti. E un aumento di follower per gran parte di loro.

C’è chi dice che questa corsa a lanciarsi palate di letame possa essere una mossa di marketing - con tanto di marchi Boem e Red Bull menzionati anche sui social network da Fedez - e chi invece possa trattarsi di odio reale.

Il dato di fatto è che questa tenzone - singolare non esattamente visto che dopo ‘L’infanzia difficile di un benestante’ pubblicata ieri sera su YouTube da Fedez, sabato arriverà ‘Chiara’ di Tony Effe e poi chissà quante altre risposte vicendevoli - ha riportato nel mainstream nomi che venivano ignorati da tempo. Nomi di personaggi del sottobosco - Taylor Mega, ad esempio - che senza i salotti di Barbara D’Urso sono tornati ad affari che sfuggono alle telecamere.

Niente di illecito o poco raccomandabile, sia chiaro. Semplicemente il grande pubblico non ha più avuto sotto gli occhi, e probabilmente non ha neanche più voluto averla, la vita di questi personaggi. Che ora ritornano attraverso questo “dissing”, che è specchio dei tempi. Quindi ecco personaggi del calibro di Boro Boro che prima si inseriscono nell’arena salvo poi uscire nottetempo una volta intuita la mala parata.

D’altro canto, i numeri ingolosiscono: su Instagram Tony Effe ha guadagnato oltre 140mila follower, Fedez più di 40mila e Nicky Savage almeno 100mila. La domanda più urgente dovrebbe però essere una e una sola: questi numeri si tradurranno mai in spettatori ai concerti o ascoltatori in streaming? O, magari, in acquirenti di merchandising e dischi?