Sabato 29 Giugno 2024
CRISTIANA MARIANI
Spettacoli

Arianna Porcelli Safonov: “La satira è come andare in palestra, una fatica positiva”

L’artista romana fra i protagonisti sul palco del Festival della Bellezza al Castello Sforzesco di Milano

Arianna Porcelli Safonov

Arianna Porcelli Safonov

Quello di Arianna Porcelli Safonov è uno dei nomi più interessanti nel panorama artistico italiano. Talento cristallino, puro, incontaminato. Oltre a un'attenzione non comune per i dettagli e per il linguaggio. I suoi non sono monologhi comici. Si ride, sia chiaro, e anche tanto. Ma la sua satira porta chi la ascolta a riflettere. E, inevitabilmente, a crescere.

Arianna, come si definirebbe?

"Non posso definirmi attrice perché non ho studiato un solo giorno per questo. La scrittura è l'unica cosa che posso mettere in campo, così divulgo il mio pensiero. Quindi direi che scrivo".

Dopo gli studi a Roma è andata a Madrid, dove ha condotto un programma televisivo. Come è finita da Madrid all'Oltrepo Pavese?

"Avevo bisogno di stare un po' per conto mio, l'Oltrepo Pavese è a una settantina di chilometri da Milano. Una distanza che non sembra così ampia, ma che invece lo è se si considera che nella zona in cui vivevo non c'era veramente nulla di cittadino".

In ognuno dei suoi spettacoli e dei suoi monologhi c'è una scelta delle parole molto rigorosa. Quanto è difficile scegliere il linguaggio da utilizzare?

"C'è uno svuotamento del linguaggio. In tanti, loro malgrado, non sanno più parlare italiano. C’è una certa difficoltà nel reperire le fonti. Dall’altro lato, invece, si dà tanto peso solo a certe parole. Quando mi capita di scrivere un monologo ho difficoltà a intercettare e bloccare la voce dentro di me che dice di stare attenta, che qualcosa potrebbe dare fastidio a una certa parte di pubblico".

Chi fa satira come lei incontra molte difficoltà…

"Nessuno sa più ascoltare la satira, il pubblico non è più allenato. La satira è faticosa tanto per chi la fa quanto per chi l'ascolta. Però è una fatica buona, come quella che si fa in palestra. Anche trovare il contesto in cui portare spettacoli di questo genere è sempre più difficile. Però lo faccio perché c’è fame, il pubblico mi ringrazia di quella fatica. Non è più uno spettacolo , ma è un lavoro politico quasi. Si lavora tutti insieme, anche con il pubblico".

Lei sarà oggi, giovedì 27 giugno, alle 20 al Festival della Bellezza al Castello Sforzesco di Milano. Cosa si deve aspettare chi viene ad assistere a un suo spettacolo?

"Di pensare. Si ride sempre, ma si riflette, si pensa anche".

Come nasce un suo monologo?

"Prendo spunto da quello che accade intorno a me, dalle ossessioni degli esseri umani. La vita e la realtà mi ispirano".

Chi sono i suoi maestri?

"Il comico Daniele Luttazzi e David Sedaris, uno scrittore americano che ha la capacità di raccontare l'ordinario trasformandolo in stroardinario".

Un suo sogno?

"Vorrei avere il tempo per poter scrivere il mio terzo libro".