Bye Bye Rai. Per quanto il direttore generale Giampaolo Rossi si sia messo a braccia spalancate davanti ai tornelli della Rai, Amadeus è riuscito a scappare lo stesso. Ieri ha ufficializzato la decisione con un video su Instagram. Dopo i ringraziamenti ai dirigenti che si sono succeduti negli anni (una falange), alle maestranze, bla bla bla, ha dichiarato: "Non è stata una scelta facile anche in considerazione degli sforzi importanti (tradotto: dobloni) fatti dalla Rai per trattenermi", ha poi escluso di aver "mai fatto alcuna richiesta per favorire i miei familiari (la moglie Giovanna Civitillo per la quale, asseriscono alcuni, aveva chiesto un programma) o per escludere miei passati collaboratori (l’ex agente Lucio Presta?)". Per concludere ottimisticamente: "Ora è tempo di nuove sfide professionali e personali. È tempo di nuovi sogni. Ci vediamo in tv".
LA RISPOSTA
La Rai ha replicato in guanti bianchi diffondendosi in salamelecchi: "... riconoscenza... gratitudine... certezza di aver fatto tutte le proposte possibili... massima libertà artistica." Finisce così la miniserie Squiz Game, e finisce come doveva finire. Dopo Fazio, Annunziata, Berlinguer, Augias, Gramellini, lascia lo spogliatoio il capitano della squadra, colui che in cinque anni (di Sanremo) ha fatto guadagnare alla Rai 227 milioni di pubblicità.
I MOTIVI
Perché? Le ragioni possono essere molte: la stanchezza dovuta alla ripetitività, la coscienza che mantenere a quel livello il Festival sarebbe stato molto difficile, forse soprattutto la sensazione che l’ossigeno – con la nuova dirigenza scelta dal centrodestra – si stava esaurendo.
LA STANCHEZZA
I primi 4 Festival (ricordate?) erano stati sì la geniale intuizione di mescolare un cocktail (cantanti anziani per gli anziani, rock per quelli di mezzo, molto rap per i giovani), ma Amadeus aveva saputo spruzzarci sopra l’angostura delle polemiche. Che non sono state poche. In ordine disordinato: le esibizioni provocatorie di Achille Lauro, i calci alle rose di Blanco, la foto strappata del viceministro di Fratelli d’Italia da Fedez, il bacio di Rosa Chemical sempre con Fedez, le ospitate di Drusilla Foer, il messaggio di Zelensky, l’esibizione di Angelo Duro e di certo me ne sono dimenticata qualcuna. Tutte manifestazioni che avevano sollevato indignazione da parte dei politici conservatori.
LA CAUTELA
Quest’anno, invece, Ama si è autocensurato: adelante pedro con juicio, canzoni sì, ospiti anche, comici pochi, ma tutto con grande cautela. Uniche eccezioni: gli inviti alla pace profferiti da alcuni cantanti (Ghali, Dargen D’Amico) sui quali ovviamente il nostro non poteva intervenire. Si è sussurrato che la Rai avrebbe voluto fargli inserire in calendario l’esibizione di Povia (nota la sua simpatia per la Lega) e di Hoara Borselli (opinionista considerata vicina al Centrodestra), nonché il tentativo di affiancargli Mogol come direttore artistico. Insomma, libertà sì ma condizionata.
LA TRATTATIVA
Poi, certo, deve aver contribuito anche l’assegno che il gruppo Discovery ha staccato: dieci milioni – quindici? – per tre anni, con un tesoretto di 100 milioni, che Ama potrà spendere sul canale Nove come desidera: per un gioco dopo il Tg (‘I soliti sospetti’ non è di proprietà Rai), e per uno spettacolo musicale. Ultima apparizione Rai: il 10 maggio a VivaRai2 con Fiorello e Jovanotti. "Perdo un grande compagno di squadra", ci ha detto Carlo Conti, che peraltro è il solito sospetto per il prossimo Festival, "sono però certo che abbia fatto una scelta difficile ma ben ponderata". La musica è finita, gli amici se ne vanno.