Catania, 10 gennaio 2025 – Specie aliene, l’invasione nel Mediterraneo non si arresta e il granchio blu... raddoppia. Sì, proprio così. Perché, come spiega Francesco Tiralongo - ricercatore dell’Università di Catania e responsabile scientifico del progetto AlienFish, monitoraggio e studio delle specie ittiche aliene e rare nei mari italiani grazie anche alle segnalazioni dei pescatori - “esistono due specie di granchio blu nel Mediterraneo che stanno devastando gli ecosistemi, il Callinectes sapidus, di origine atlantica, e il granchio blu nuotatore, Portunus segnis, che invece arriva dal Mar Rosso, attraverso il canale di Suez”.
La storia per punti
Che cos’è il granchio blu nuotatore
Il granchio blu nuotatore, spiega lo scienziato, “è la specie più abbondante nella vicina Tunisia, che è proprio invasa, ormai ci sono decine di aziende che lo commercializzano. Mentre da noi il più diffuso è il Callinectes sapidus, che ha invaso anche le lagune”.
Cosa distingue i due granchi blu
I due granchi “hanno una forma molto simile perché appartengono alla stessa famiglia - osserva Tiralongo -, sono caratterizzati dall’avere il quinto paio di arti modificati in palette natatorie, infatti sono anche in grado di nuotare. A guardarli, c’è poi una differenza cromatica evidente. Il primo ha una colorazione piuttosto uniforme del carapace che tende al grigio verdastro, con le sfumature blu nelle chele, soprattutto negli individui di sesso maschile. Mentre il granchio blu nuotatore è ‘decorato’ da una sorta di arabesco giallognolo e bianco”.
Qual è l’habitat dei due granchi blu
La dieta di queste specie in gran parte si sovrappone, chiarisce lo scienziato. “Come in gran parte si sovrappone l’habitat - spiega -. Mentre il Callinectes sapidus è una specie che penetra tranquillamente anche nelle acque dolci, e infatti sta invadendo anche i fiumi italiani e le lagune, il granchio blu nuotatore è più legato all’ambiente costiero marino”.
Il pesce scorpione e le altre specie aliene
Ma il conto delle specie aliene invasive naturalmente non finisce qui. Sotto la lente degli scienziati ci sono anche il pesce flauto e il pesce coniglio, ma prima di tutto il pesce scorpione, che arriva sempre dal Mar Rosso.
Specie aliene marine, come si spiega l’invasione
Ma a che cosa è dovuta
l’immigrazione? “Una specie aliena per definizione si trova fuori del suo areale nativo a causa dell’uomo - mette in evidenza il ricercatore -. Può essere un’azione diretta o indiretta, un gesto involontario o volontario, come rilasciare i pesci di un acquario tropicale, pesci che poi possono proliferare. Siccome molte specie aliene sono termofile, amano le acque calde, sicuramente l’aumento di temperatura nel Mar Mediterraneo rappresenta un clima sempre più adatto alle loro esigenze”.Cosa sono le specie lessepsiane
Le specie aliene in arrivo dal Mar Rosso si chiamano lessepsiane, ricorda Tiralongo, “sono quelle che approdano nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez, inaugurato nel 1869, che prende il nome dall’imprenditore francese Ferdinand de Lesseps che realizzò il progetto. Ormai, ogni anno, arrivano da noi decine di specie. Prima esisteva una barriera fisico, chimica e termica tra le acque del Mar Rosso e del Mediterraneo che era temperato. Oggi, a causa del riscaldamento delle acque, tutto questo è venuto a mancare, e la novità sta facilitando l’adattarsi delle specie lessepsiane”.
A gennaio cosa sta accadendo
“Nel Mediterraneo, dallo stretto di Gibilterra a Israele, abbiamo circa mille specie aliene - riassume l’esperto, che studia la materia da 15 anni -, anche se il numero esatto non lo conosciamo. Di queste, fortunatamente, soltanto alcune diventano invasive. Una specie può rimanere quiescente per vent’anni, il granchio blu ad esempio è in Italia dal 1970. A un certo punto ha trovato le condizioni ecologiche adatte per esplodere demograficamente. Una specie aliena prolifera quando riesce a sopravvivere anche al nostro inverno, ricordiamoci che le acque mediterranee non scendono mai al di sotto dei 12°. Il granchio blu con il freddo va come in ibernazione in acque più profonde e più calde e si nasconde nel sedimento, dove è più protetto. In Sicilia abbiamo aree in cui non lo si vede più. In altre invece, come la zona industriale di Augusta, è attivo tutto tutto l’anno. E una settimana fa a Taormina è stato visto nuotare tranquillo un pesce palla maculato”.