“Se qualcuno ce l’avesse detto solo un anno fa, non gli avremmo creduto" ammettono The Kolors, ospiti di Sound Check – il format musicale di Qn – parlando dei dieci mesi che gli hanno cambiato la vita grazie al successo internazionale di Italodisco e alla presenza in gara a Sanremo con Un ragazzo una ragazza. "Abbiamo fatto un po’ di conti, scoprendo che in 10 mesi abbiamo totalizzato complessivamente un disco d’oro in Austria e 11 dischi di platino nel resto d’Europa" ammette Antonio Alex Stash Fiordispino, voce e chitarra, affiancato dal cugino-batterista Alex Fiordispino e dal bassista Dario Iaculli. "Per quanto lontani dall’investire emotivamente nei numeri, pensiamo che questi siano segnali importanti".
Di cosa?
"Del fatto che non c’è bisogno di cantare per forza in inglese o spagnolo per cogliere dei risultati importanti: all’estero anche l’italiano funziona benissimo. Un po’ come quando mia nonna ascoltava Bob Dylan e diceva “che bella questa canzone“ senza capire una parola. Quattro dischi di platino in Polonia o 6 settimane di primato in Lituania (e parodie come la Kartulidisco della georgiana Niko’s Band, ndr) lo dimostrano".
Questo è il momento più alto finora della vostra carriera. Qual è stato il più basso?
"Non è facile individuarlo. Anche perché nel nostro caso gli insuccessi sono stati più umani che commerciali. Basta ricordarsi, ad esempio, quando la notorietà conquistata grazie al talent ci ha spinti alla ricerca sfrenata del pezzo da classifica, dell’hit-chasing come lo chiamano gli inglesi. È stato quella probabilmente la fase più triste del nostro percorso, perché il pubblico capisce sempre quanta sincerità c’è dietro ad una canzone. Anche se è spensierata".
Il momento di svolta?
"Probabilmente nel 2019 grazie al duetto con Elodie di Pensare male. Pure quello buttato già in una manciata di minuti, come Italodisco".
Amadeus dice di essere partito con la costruzione del cast di quest’ultimo Festival da tre pezzi: il vostro, quello di Maninni e quello dei Ricchi e Poveri. Soddisfatti della vostra gara?
"Sì. Il nostro bilancio è strapositivo. In inverno, finora, avevamo sempre fatto fatica ad avere una hit in radio. Un ragazzo una ragazza non era stata concepita per giocare il campionato del Festival, ma un altro. Volevamo solo un brano all’altezza del momento “glorioso“ che stiamo vivendo".
Momento che festeggiate il 3 aprile sul palco al Forum di Assago.
"Con tre ospiti di riguardo come Umberto Tozzi, Geolier e Irama. Umberto l’abbiamo conosciuto a Sanremo la sera delle cover scoprendo che ha una vera attitudine da rocker. Mentre l’ascoltavamo consigliarci il mondo migliore per affrontare le sue canzoni, io e mio cugino Alex pensavamo ai nostri padri che, facendo entrambi i musicisti (nei Rebus) e appartenendo alla stessa generazione, vivono la musica proprio come lui. Avremo pure loro sul palco. È, infatti, il nostro primo Forum e vogliamo circondarci di persone che hanno fatto parte (consapevoli o no) del nostro percorso".
Potendo scegliere voi il vincitore del 74° Sanremo, su chi avreste puntato?
"Sui Ricchi e Poveri, perché avevano un pezzone. Una melodia assurda. E perfino l’artwork della copertina, col suo sapore anni Ottanta, era il più bello fra quelle delle canzoni in gara".
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