“Ma sarà oro vero?" Interrogativi di Angela Brambati davanti al metallo pregiato raggiunto da quel Non tutta la vita che ha riportato i Ricchi e Poveri al Festival. Era la loro… volta, e assieme ad Angelo Sotgiu ne parla nello studio di “Sound Check“, il format musicale del Quotidiano Nazionale disponibile sui social e sulla pagina web del giornale, nell’attesa di varare le quattro anteprime del tour che li vede in scena pure al Teatro Dal Verme di Milano il 4 maggio e all’Europauditorium di Bologna il 15.
Trentadue anni dopo l’ultima partecipazione, come avete trovato il Festival?
Angelo: "Bellissimo, ma molto cambiato. Allora andavi a fare Sanremo e avevi due-tre interviste di promozione, mentre oggi la promozione è la cosa più importante. Poi si canta anche".
Si dice che quando Amadeus ha annunciato la vostra partecipazione foste già al lavoro su una canzone per l’estate.
Angelo: "Vero. Non aspettandoci la chiamata, stavamo lavorando al pezzo estivo".
Angela: "Ora ne stanno arrivando altri e dovremo scegliere il migliore".
Modugno diceva che per raggiungere il successo ci vuole fortuna, fortuna e ancora fortuna. Concordate?
Angelo: "Sì, ma ci vuole anche impegno, determinazione, passione e credere in quello che fai".
Angela: "E poi fortuna".
La vostra si chiama Gianni Morandi, che rifiutò di portare a Sanremo tanto La prima cosa bella che Che sarà . A Natale panettone assicurato?
Angelo: "Per lo meno una telefonata di auguri, sì. È stato grande. Tant’è che gli diciamo sempre: quando hai una canzone che non ti piace, passala a noi. C’è da dire che al tempo Morandi era già Morandi e di canzoni meravigliose ne aveva tante. Scegliere, per lui, non era un problema. Per noi, invece, quelle due canzoni si sono rivelate determinanti".
Angela, pregi e difetti di Angelo.
Angela: "Affettuoso, gentile, molto umano, protettivo… Anche troppo".
Angelo, pregi e difetti di Angela.
Angelo: "Aver trovato la sintonia giusta per poter costruire assieme una carriera lunghissima. Il difetto è che a volte parla tanto, ma tanto tanto".
Agli inizi della carriera, avevate un Piano B?
Angelo: "Io sì, lavoravo all’Italsider".
Angela: "Io se non fosse andata nella musica avrei fatto teatro".
Si è molto parlato dei vostri mille euro al mese di pensione. E non tanto per il fatto di riceverla, quanto per il fatto che due immortali possano pensare alla pensione.
Angelo: "Abbiamo lavorato assieme per quasi sessant’anni, quindi pensiamo di meritarcela. Non è molto rispetto a quanto versato, ma va bene così".
Avete vinto Sanremo nel 1985 con Se m’innamoro . Franco Gatti diceva che con la popolarità raggiunta quattro anni prima con Sarà perché ti amo, sareste arrivati in alto pure cantando un necrologio.
Angela: "Aveva ragione. Se m’innamoro non era brutta, ma Sarà perché ti amo era meglio".
Angelo: "Il premio a Sarà perché ti amo , comunque, lo dette la gente, visto che vendette sette milioni di copie".
All’inizio avete studiato le armonizzazioni dei gruppi americani, poi in Svezia è arrivato chi ha studiato le vostre.
Angelo: "Già, gli Abba. Un loro discografico ci disse che il quartetto, agli esordi, gli chiese di procurargli tutto il nostro materiale. Insomma, quello che noi avevamo fatto anni prima con i Mamas and Papas, con Crosby, Stills, Nash & Young, con i francesi Double Six".
Con chi sarebbe bello collaborare?
Angela: "Con tutti i ragazzi che hanno partecipato a quest’ultimo Sanremo. Magari riuniti in grande coro come quello di We are the world".
Angelo: "A me piacerebbe molto Jovanotti, che reputo un personaggio eccezionale".
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