Giovedì 13 Marzo 2025

Mauro Repetto: sul palco con "La leggenda dell'Uomo Ragno" per un viaggio nei ricordi degli 883

Scopri come il celebre artista riporta in vita le emozioni degli anni '90 attraverso uno spettacolo teatrale innovativo, tra risate, musica e nostalgici ricordiù

Mauro Repetto: sul palco con "La leggenda dell'Uomo Ragno" per un viaggio nei ricordi degli 883

La gente? Vuole ridere, ballare, cantare. Parola di Mauro Repetto ospite di Soundcheck, il format musicale disponibile sul sito e sui social del nostro giornale, per parlare de “La leggenda dell’Uomo Ragno”, lo spettacolo teatrale sull’epopea 883, diretto da Maurizio Colombi e Stefano Salvati, che lo vede in tour fino alla fine di maggio. Prima di un altro giro di impegni live estivi sulle piazze.

“A volte ho come la sensazione di stare seduto ad una tavolata con milleduecento amici in cui si ride, si scherza, si fanno i cori. L’incredibile è che se io ballo e canto, loro ballano e cantano, se io rido, loro ridono e quando parlo de ‘Gli anni’, l’ultimo pezzo scritto con Pezzali, se mi scappa una lacrimuccia, beh scende pure a loro”.

Due nostalgie in una

“Quando canto ‘Nord Sud Ovest Est’ e rifaccio il gesto di allora, il boato è lo stesso di una rovesciata di Platini agli Europei dell’84”.

Com’è nato lo spettacolo? “Colombi ha avuto l’idea di raccontare l’epopea di due menestrelli in una Pavia medievale. Un po’ come Troisi e Benigni in ‘Non ci resta che piangere’. Il fatto di giocare la carta dell’ambientazione medievale per ritrovare il passato consente di ridere ancora di più. Anche perché la narrazione è popolata di personaggi straordinari, a cominciare dal Conte Claudio Cecchetto. L’intelligenza artificiale mi offre pure la possibilità di dialogare con Mauro e Max di trentacinque anni fa che, non riconoscendomi, si chiedono: ma chi è ‘sto vecchio?”.

Un aggettivo per il Conte Cecchetto?

“Carismatico”

Per il Barone Fiorello?

“Poliedrico, sa fare tutto”

Per il Principe Lorenzo Jovanotti?

“Geniale”

Per il Marchese Gerry Scotti? “Unico”

E per l’amico di sempre, il Principe Pezzali?

“Surrealista, perché in certi testi gli basta un sola frase per farti volare lontano. Ma anche nobile, tanto come uomo e come artista”

A proposito, Max il 12 luglio canta all’Autodromo di Imola. Lei che impegni ha per quel giorno?

“Se all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari c’è un bar, magari andremo lì a farci una birra. Quello, di solito, è il luogo dei nostri ritrovi”.

Ha intitolato la sua autobiografia “Non ho ucciso l’Uomo Ragno”. Se potesse aggiungerci un capitolo cosa le piacerebbe raccontare?

“Il campetto sul greto del Ticino in cui giocavamo a pallone nel ’78, coi maglioni buttati sulla sabbia a delimitare la porta e ‘Ti amo’ di Umberto Tozzi in sottofondo a fare da colonna sonora”.

Questo sdoppiamento alla Peter Parker di Mauro Repetto, in Italia popstar di lungo corso e a Parigi irreprensibile dirigente della Walt Disney Company, sua moglie e i suoi figli come l’hanno preso?

“Anche se mia madre ha raccontato a tutti la storia degli 883 con dovizia di particolari, loro conoscono più Parker dietro la scrivania che lo Spiderman del palco”.

Ci avrebbe scommesso su questo successo? “Assolutamente no. Ricordo le avant-premiére dello show, in un clima da avanspettacolo anni Quaranta con tutte le disfunzioni e le precarietà del caso, e poi, dopo la prima ufficiale al Fraschini di Pavia, una crescita di attenzioni costante”.

Da tre anni a questa parte la riscoperta degli 883 sembra inarrestabile. A cos’è dovuto tutto questo?

“Presumibilmente alla normalità, se si vuole alla banalità, mia e di Max genera in tanti un processo d’identificazione tranquillizzante, visti i tempi non proprio distesi che ci troviamo a vivere”.

La serie Sky “Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883” è andata così bene che si sta lavorando ad una seconda stagione da titolo “Nord Sud Ovest Est - La leggendaria storia degli 883”. Potesse arrivare pure un film interpretato da celebrità del grande schermo chi vorrebbe vedere nei suoi panni?

“Sean Penn, magari un po’ ringiovanito dall’intelligenza artificiale. Non per somiglianza, ma perché è il migliore”.