Milano - Buone notizie dal Sad Castle. La Sad esorcizzano la depressione punk che si respirava nel “maniero della tristezza” in cui le loro fantasie gotiche avevano trasformato il monolocale sui Navigli condiviso appena trapiantati a Milano con un album di debutto che rappresenta una formidabile opportunità di crescita.
Theø, Plant e Fiks – al secolo Matteo Botticini, Francesco Emanuele Clemente ed Enrico Fonte – ne parlano a ‘Soundcheck’, il format musicale del Qn disponibile sul sito web e su tutti social del giornale, e basta alzare il volume di quella ‘Goodbye’ con gli Articolo 31 appena arrivata in radio per capire di strada davanti ce n’è tanta. Quella da percorrere anche nei live che vedranno La Sad, anzi ‘La Sied’ gridato con la lingua di fuori, in giro per l’Italia. Debutto il 19 giugno a Rock in Roma ed epilogo il 7 settembre al Carroponte di Milano.
Iniziamo dal titolo conciliante “Odio La Sad”.
Plant: "L’odio di cui parliamo non solo nei nostri confronti, ma quello diffuso un po’ in tutta la società. Nel disco abbiamo voluto affrontare il disagio in cui si vivono quelli che subiscono violenze e abusi senza trovare supporti in famiglia o tra gli amici".
Situazione in miglioramento o in peggioramento?
Fiks: "Questo nostro album è una rivalsa. E il messaggio è che se non arriva un po’ di ottimismo ce lo prendiamo noi".
A Sanremo la vostra “Autodistruttivo” è arrivata ventisettesima. Visto che c’eravate…
Fiks: "Effettivamente, la speranza era quella di conquistarci l’ultimo posto. Anche perché di solito su quel palco porta bene. E invece Fred De Palma…"
Theø: "In compenso abbiamo vinto il Fantasanremo…".
Cosa vi è piaciuto di più e cosa di meno del Festival?
Fiks: "La cosa più bella è stata andare sul palco. L’ultima sera mi sembrava di volare. La peggiore dover stare quotidianamente dietro ai capelli: tingerli, riempirmeli di lacca per tenere su la cresta".
Plant: "Il picco della felicità l’abbiamo toccato collaborando con nostra madre Orietta Berti. Il peggiore dover fingere di essere felici anche dopo una settimana di interviste".
Theø: "Pure il feat con Donatella (Rettore - ndr) in ‘Lamette’ è stato figo".
Rifacciamo il podio di Sanremo.
Fiks: "Sul primo posto non ci sono dubbi: Ricchi e Poveri. Seconda Fiorella Mannoia, col testo migliore in assoluto".
Plant: "Terzi gli amici de Il Volo, i nostri cugini eleganti".
Francesco ha fatto il classico. Poi cos’è successo?
Plant: "Mi sono iscritto innanzitutto per far contenta mia madre e poi perché la scuola era difronte a casa e permetteva di alzarmi alle 8, lavarmi, ed essere alle 8.30 seduto al mio banco. La voglia era zero e non so come abbia fatto a non essere mai stato bocciato, ma è andata".
“Odio La Sad” in tre brani?
Theø: "Innanzitutto, la stessa ‘Odio La Sad’ perché ha dentro il concept dell’album".
Plant: "Aggiungerei ‘Maledetta vita’ perché affronta un tema delicato come quello del suicidio, che abbiamo toccato anche a Sanremo collaborando col Telefono Amico. Ogni ragazzo in difficoltà vive una situazione diversa e noi abbiamo provato a dargli voce".
Fiks: "Io dico ‘Sad girl’ perché è la prima canzone d’amore dei La Sad".
Uscite di emergenza ne avreste avute nella vita?
Theø: "Io no. Ha fatto la fame per continuare a fare musica, senza mai pensare ad un piano B".
Fiks: "Io l’avevo: commesso in un negozio di moda a Mestre. Sempre in giacca e cravatta anche se con accostamenti stravaganti".
Plant: "Se non avessimo svoltato sarei finito a fare il fornaio con Onofrio, il nostro fotografo che viene da una famiglia di panificatori di Altamura".
A LoveMi avevate duettato “Domani smetto” con J-Ax, v’è passato per la mente di portarlo pure all’Ariston?
Fiks: "Lui e Dj Jad abbiamo preferito tenerli nell’album. Così come abbiamo voluto tenere nel disco Rose Villain, i Bnkr44, Naska e i Pinguini Tattici Nucleari. Ovviamente ‘Odio La Sad’ c’è pure Donatella con la versione di ‘Lamette’ fatta al Festival".
Theø: "Ascoltatelo bene il nostro disco. Anzi no, perché fa schifo ed è il più brutto dell’anno".
E ti pareva.