Il disco giusto al momento giusto. Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble se ne dicono convinti parlando di Ad astra, primo album d’inediti in quindici anni di attività pubblicato proprio oggi. “Prima non avevamo così tanti contenuti da esprimere attraverso la nostra musica” spiega Il Volo nella cornice di Soundcheck, il format musicale del nostro giornale disponibile sul sito Quotidiano.net e su tutti i social QN.
“Oltre a essere una raccolta di canzoni nuove, infatti, Ad astra focalizza bene i nostri pensieri e i nostri stati d’animo". Uno dei passi “più coraggiosi e pericolosi” della loro carriera secondo Ginoble. “Come Andrea Bocelli, Michael Bublé e tantissimi altri, abbiamo costruito finora il nostro cammino prevalentemente sulle cover. Ma, avendo trent’anni e (si spera) una lunga vita artistica davanti, sentivamo il bisogno di mostrare che non siamo solo degli interpreti”.
Sul motto «Per aspera ad astra» (ovvero «attraverso le asperità sino alle stelle») hanno giocato in molti, da Verdi e Battiato.
Ignazio Boschetto: “A noi il titolo è venuto guardando la lista dei brani e rendendoci conto che molti fanno riferimento all’universo, alle stelle. In fondo abbiamo avviato questa nostra storia da adolescenti, mettendoci tanto sacrificio, impegno e serietà. Un cammino nel segno del motto “Per aspera ad astra“, concetto che non a caso ingloba tutto l’album con un’introduzione (Per aspera) e un epilogo (Ad astra) in cui tutti e tre ci riconosciamo completamente perché è un po’ la summa dell’album”.
La lavorazione di questi dieci inediti, più la cover di Who wants to live forever dei Queen eseguita pure a Sanremo con Stef Burns alla chitarra, è stata lunga?
Piero Barone: “Abbiamo impiegato un anno e mezzo a realizzare Ad astra, mettendo assieme un pool di autori che ha ascoltato le nostre idee, partecipato ai nostri concerti, assistito ai nostri confronti e alle nostre discussioni. Questo ha fatto sì che l’album si creasse un po’ da solo, legando le canzoni col fil rouge di una riflessione sul perché della vita”.
Una vera e propria squadra.
Gianluca Ginoble: “Il nucleo di questo team autorale è quello formato da Edwin Roberts, Michael Tenisci e Stefano Marletta, ma al lavoro sulle canzoni hanno partecipato pure Federica Abbate, Bungaro, Luca Faraone, Michelangelo, Federico Nardelli. Il rischio più grosso era forse quello di omologarci, di cercare una modernità che magari non ci apparteva. Non volevamo essere la copia di nessuno, ma solo la miglior versione odierna di noi stessi. E, secondo me, alla fine ci siamo riusciti. A Sanremo abbiamo presentato Capolavoro perché rappresenta il ponte tra il nostro passato e il nostro futuro”.
In Saturno e Venere c’è Irama, mentre Opera richiama Il Volo più popolare e amato. Brano un po’ da musical.
Boschetto: "Nei reels messi su TikTok abbiamo detto ‘un bel pop lirico 2.0’. Un belcanto contemporaneo”. Barone: “Non ci poniamo limiti e non rifiutiamo a priori alcuna proposta. Quindi, chissà, potrebbe anche accaderci d’incrociare quella strada lì, magari con un musical scritto da noi”.
Con il tour “Tutti Per Uno - Capolavoro“ inizierete a vivere le emozioni di questo disco molto lontano, in Cina e Giappone.
Barone: “Abbiamo deciso di festeggiare questi quindici anni di carriera in musica, partendo da Sanremo per poi passare al nuovo album e da lì ad un tour mondiale di circa due anni, prima in Asia, anche in Paesi dove non siamo mai stati, poi in Italia (con 30 concerti) e, a seguire, in Europa, Nord America, Sud America e Australia”.
All’Arena di Verona, a maggio, vi aspetta per quattro sere, tre già sold out, l’ormai abituale appuntamento live (e televisivo, su Canale 5) di Tutti per uno. Potendo tutto, chi vi piacerebbe avere?
Barone: “Renato Zero”. Boschetto: “Zucchero”.
Come gruppo siete stati messi assieme, non vi siete scelti.
Boschetto: “Pure ora siamo assieme, ma divisi”. Barone: “È stato Roberto Cenci, ideatore e regista del programma televisivo Ti lascio una canzone a metterci assieme. Poi ci ha pensato Michele Torpedine a portarci in giro per il mondo. Insomma, per noi hanno fatto tutto gli altri. D’altronde quindici anni fa eravamo solo tre adolescenti. Ora siamo tre colleghi, ma anche tre amici. E le fake news sul nostro scioglimento ci fanno sorridere”.
Un consiglio da dare ad Angelina Mango che si prepara affrontare l’avventura dell’Eurovision Song Contest?
Barone: "Godersela fino in fondo, perché lei ha un potenziale enorme da sprigionare su quel palco. A Sanremo ogni artista ha la propria fetta di pubblico, mentre all’Eurovision hai l’intero Paese che tifa per te. Ed è bellissimo”. Ginoble: “Con la sua energia, la sua freschezza e giovinezza, penso che Angelina possa offrire in Europa una nuova immagine dell’Italia. Ha una grinta, un sound, una voce meravigliosi…”.
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