Lunedì 2 Dicembre 2024

Il collage di Levante: “Con i titoli dei giornali ricompongo i pensieri”

“Opera quotidiana“, il nuovo libro della cantautrice ospite di “Soundcheck“. “Le notizie sulle guerre, la mia fragilità di mamma: sento bisogno di poesia”

La tecnica riporta un po’ ai celebri cut-ups di William Burroughs, ripresa pure da David Bowie per assemblare le liriche di “Outside”, uno dei suoi album più sperimentali, ovvero ritagliare parole e frasi per poi combinarle fra loro in un nuovo testo. Lo slancio dadaista di “Opera quotidiana”, ultima fatica letteraria di Levante sta proprio in questo attingere dalla stampa e reinventare “pezzetti vividi di dettagli che svaniscono”, come li chiamava lo scrittore americano.

Levante in un momento dell'intervista a Soundcheck
Levante in un momento dell'intervista a Soundcheck

L’eroina di “Alfonso”, “Pezzo di me” e “Tikibombom”, all’anagrafe Claudia Lagonia, ne parla a “SoundCheck”, il format musicale disponibile pure sui social e sul sito web del nostro giornale, dopo aver realizzato a primavera una nuova versione del suo album d'esordio “Manuale distruzione”, aver partecipato al documentario di Prime Video “Levante Ventitré anni di voli pindarici” e aver donato (e duettato al Forum di Assago) l’inedito “Ti porterai lontano” a Laura Pausini.

Claudia a cosa si deve la quotidianità evocata del titolo?

“Al fatto che il libro nasce dalla lettura sui giornali, in un momento di particolare fragilità dovuto alla responsabilità di stringere una nuova vita tra le braccia, notizie sempre più spaventose. Prima il conflitto russo-ucraino, poi quello israelo-palestinese, mi hanno dato la sensazione di quanto certi articoli mi stessero opprimendo, ma anche quanto mi rimandassero ad un altrove molto poetico. E quei titoli terribili sapessero suggerirmi, però, anche qualcosa di più leggero, di meno catastrofico. Così ho preso quotidianamente a ritagliati e a (ri)comporli in pensieri e poesie”.

Il suo ultimo album, uscito subito dopo l’esperienza a Sanremo del 2023, s’intitola “Opera futura”. Ma ora quel futuro si cala nel presente.

“È come se album e libro si fossero passati il testimone. Ad un certo punto ho voluto guardami attorno e provare a canalizzare paure, ansie e tormenti in un progetto positivo. Rileggendo con attenzione quelle pagine, però, mi accorgo che, per quanto sia riuscita ad estrarre certi titoli dal loro contesto catastrofico, riescono comunque a trasmettere un po’ del malessere che si portano dietro”.

Il tempo come l’ha cambiata?

“Quando ho iniziato non mi sarei mai immaginata queste fragilità. Non so se a causa della maternità o del semplice passare del tempo che ha finito per smussare gli angoli della durezza iniziale, ma crescendo mi sono scoperta vulnerabile”.

La Claudia di allora che le manca un po’?

“Forse quella che dell’ambiente musicale ignorava tutto o quasi. L’ingenuità e lo spaesamento via via cancellati dall’esperienza, da una consapevolezza arrivata a farmi capire l’importanza di difendere quel che si prova, del non invalidare mai delle emozioni. Una conquista primaria dell’età”.

Sua figlia Alma Futura ha due anni e mezzo. Qual è la prima canzone non materna che ha fatto ascoltare?

“È stata ‘Cuccurucucù’ di Franco Battiato, che le canticchiavo sempre dopo aver capito casualmente che era una melodia capace di tranquillizzarla e farla smettere di piangere”.

Ha inciso cinque album e scritto tre romanzi. Rifarebbe tutto? “Ci sono delle cose che avrei potuto fare meglio, a cominciare da certi live da affrontare probabilmente con una consapevolezza diversa, ma rifarei tutto. Perché alla fine è andata bene”.

-C’è stato un momento in cui ha pensato: oddio, non ce la faccio? “Sì, quando non mi sono sentita all’altezza di stare in tv. Durante ‘X-Factor’, ad esempio, mi sono resa conto di avere un approccio sbagliato. Oggi forse lo rifarei, ma con un altro spirito”.

-Il microfono acceso è una responsabilità? “Nelle cose che mi bruciavano il petto ci ho sempre messo la faccia”.

Ottimista?

“Anche se catastrofista di natura, con una figlia di due anni e mezzo devo esserlo per forza”.