Sabato 21 Dicembre 2024

Federico Zampaglione racconta le sue due anime artistiche a Soundcheck: la musica, il cinema e un “Puntofermo”

Nuovo singolo per i Tiromancino , "che è il preludio al tour". E quest’estate l’uscita in sala di “The well”

Milano, 14 aprile 2024 – «…Qualunque cosa ci possa salvare dai temporali quotidiani e dalla continua e vorticosa realtà che ci circonda, ci sorprende, ci spiazza e ci lascia spesso senza parole". La definizione di “Puntofermo” offerta da Federico Zampaglione è visionaria come i suoi film. Scritto assieme a Vincenzo Colella, Leonardo Zaccaria e Michele Canova, che ne ha curato anche la produzione, il nuovo singolo dei Tiromancino segue di un anno “Due rose” e il musicista romano ne parla nel salotto di “Soundcheck”, il format musicale del Quotidiano Nazionale disponibile sulla pagina web e sui social del giornale.  

L’uscita di “Puntofermo” prelude a un album?

"No, prelude a un tour. Quest’estate, infatti, saremo in giro a suonare e abbiamo appena iniziato a pubblicare le prime date sui social. Mi sembra di essere tornato all’epoca del 45 giri, quando c’è un nuovo pezzo lo si fa ascoltare".

Il “puntofermo” della ragazza del video (girato a casa di Giuliano Sangiorgi) è il cane. E il suo?

"Nel tempo me ne sono costruiti un po’, lavorandoci sopra anche con una certa fatica. I punti fermi, infatti, vanno individuati e difesi. I miei sono sicuramente la famiglia, quindi mia moglie, mia figlia, mio fratello, mio padre, e poi la musica, il cinema, l’arte in generale che per me non ha confini".

Perché?

"Per raccontare le mie storie posso usare uno strumento musicale, una macchina da presa, una penna. E questa è una consapevolezza che mi salva perché, anche quando succede qualcosa di spiacevole, la coscienza di poterla narrare m’aiuta a non viverla come una cosa negativa e basta".

Ascoltando “Puntofermo” la Santa ha pianto?

"La Santa è ovviamente mia moglie Giglia. Quando le faccio ascoltare un pezzo nuovo, se piange vuol dire che è buono, se rimane con una maschera indecifrabile sul viso devo buttare tutto. Nel caso di “Puntofermo” c’è stato un leggero pianto perché il pezzo è primaverile, quindi fresco, mentre a lei di solito le lacrime vengono ascoltando le ballate. Ormai, comunque, a ogni nuova canzone la prendo in giro: La Santa ha pianto? Bene, possiamo pubblicare".

I Tiromancino sostanzialmente sono Federico Zampaglione.

"Sì, anche se non ho mai fatto dischi a mio nome perché ho sempre cercato di lavorare con una mentalità più da band che da cantautore: il cantautore molto spesso punta sulla scrittura della canzone e sulle parole lasciando agli strumenti un ruolo di semplice accompagnamento, mentre la band punta pure sul suono e sullo stile musicale. Non per niente a me sono sempre piaciuti i cantautori con un sound particolare come Lucio Dalla, Pino Daniele, Lucio Battisti e, per certi aspetti, Franco Califano che aveva un approccio con la canzone molto romano, ma sotto sotto ricercato, soprattutto per quel che riguarda gli arrangiamenti orchestrali".

Il musicista convive bene con l’uomo di cinema?

"Ho una personalità divisa a metà. In Italia sono il cantante di musica intima e romantica che fa i film horror (imprinting avuto all’età di 5 anni, quando al luna park papà lo portò sul trenino del tunnel degli orrori, ndr ), mentre all’estero sono diventato il tetro e spettrale regista di horror che fa pure il cantante. Quando gli stranieri sono andati ad ascoltarsi le mie canzoni convinti che avessi un sound alla Rob Zombie e hanno scoperto “Per me importante” debbono aver pensato: questo è matto".

Il suo prossimo film s’intitola “The well” ed esce in estate, anche se all’estero ha già partecipato a diversi festival.

"Sì, ci recitano sia mia figlia Linda che sua madre (l’ex compagna Claudia Gerini, ndr ) e diversi attori americani tra cui Lauren LaVera, mitica protagonista di “Terrifier 2”. Lo distribuiranno in tutto il mondo".

La canzone che le torna in mente con maggior frequenza in questi giorni?

"Forse “Dancing to the end of love” di Leonard Cohen".

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