Martedì 12 Novembre 2024

Capossela per le Feste: “Disastrosi ma di cuore. I miei Natali rock’n’roll”

Vinicio ospite del format web del nostro giornale “Sound Check”. “Un antidoto alla paccottiglia del rito: con la mente a Shane MacGowan”

Milano, 6 novembre 2024 – Un album (quasi) natalizio. Anzi “un antidoto alla paccottiglia delle feste”. Parola di Vinicio Capossela, nuovamente sulle piattaforme e in tour con Sciusten Feste N. 1965, stramba collezione di canzoni con la coccarda che presenta dal vivo domani a Firenze, il 15 a Bologna, dal 13 al 16 dicembre a Milano, il 22 a Mantova, il 25 e 26 a Taneto di Gattatico e il 28 a Perugia citando Tom Waits come Thelonious Monk. Ne parliamo in redazione, nello studio di Sound Check, il format musicale disponibile sui social e sul sito web del nostro giornale. “Le feste sono un po’ invadenti, spesso le si subisce” racconta lui, nato 58 anni fa nella crucca Hannover da famiglia irpina con cui, dopo soli sei mesi, fece rientro in Italia. “Per questo noi, da anni, ci siamo inventati una scappatoia: far a Natale e Santo Stefano e dei bei concerti rock’n’roll al Fuori Orario di Taneto come antidoto alla plastificazione del periodo. Iniziativa che quest’anno si accompagna, però, a un vero e proprio tour”.

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Per Vinicio Capossela (58 anni) nuovo album e tour

Natale da cani, suggerirebbe il quadrupede ritratto in copertina.

“Siamo stati a lungo indecisi se chiamare questo giro di concerti “Conciati per le Feste“. Alla fine, abbiamo deciso di sì, perché, se uno sposta l’accento, quella frase diventa un invito: “Cònciati per le Feste“, ovvero acconciati per renderle tali”.

Una Schützenfest tra Charles Dickens e Shane MacGowan, la sua.

“La mia passione per i concerti di Natale nasce proprio dalla celebrazione del compleanno di Shane MacGowan, leader dei Pogues, nato il 25 dicembre e autore della più disastrosa canzone di Natale della storia del rock and roll: Fairytale of New York”.

Perché?

“Perché racconta di due che si incontrano in cella la notte di Natale e si riempiono di insulti accusandosi d’essersi rovinati la vita a vicenda, ma poi si abbracciano perché è Natale. Una canzone in cui c’è tutta l’essenza dell’animo umano e delle feste; qualcosa di che ti inzuppa e ti rende traballante, ma ti rende pure bisognoso di calore umano”.

Ha detto che questo è uno dei dieci titoli suggeriti da suo padre. Quali erano gli altri?

“Uno era abba stanza emblematico, esistenziale: Io sono come non sono. Un altro, La colpa del baiò, un altro ancora L’oasi dei bruti. Magistrale, direi, Oltre lo Zenith. Ma tra tutti spiccava questo Sciusten Feste N. 1965 (suo anno di nascita, ndr) inteso non tanto come una data quanto un numero da giocare alla lotteria. Il termine è un’italianizzazione della Schützenfest, che una mia amica tedesca ha sintetizzato così: festa in cui si tira al bersaglio, si elegge un campione, si beve moltissimo… e la musica non è un granché”.

Nel finale della stessa Sciusten Feste N. 1965 affiora la voce di Ornella Vanoni.

“C’era questo frammento di testo sui coriandoli lasciati in terra dopo la festa che avevo sempre pensato di trasformare in una canzone per lei. Così le abbiamo chiesto se volesse interpretarlo e ha accettato. Dura quindici secondi, un soffio. Ma è un gran dono”.

Per i 25 anni di sarabande natalizie al Fuori Orario arriva pure un “documentario travestito da film” diretto da Gianfranco Firriolo, nelle sale il 25 novembre, presentato anche alla Festa del Cinema di Roma.

“Già Natale Fuori Orario documenta i concerti natalizi a Taneto unendo le riprese realizzate negli anni col filo di una storia: un road movie, un po’ ispirato ai Leningrad Cowboys, in cui fra una ventina d’anni io, Cristopher Wonder “il Mago“ e Marco Cervetti “il Gigante“ ce ne andiamo a zonzo in vecchia Mercedes che porta sul tetto un cilindro metallico in cui è crioconservato lo storico gestore del locale Frankie La Luce che, alla fine, troveremo modo di risvegliare rompendo così l’incantesimo”.