'La vita davanti a sé', il trailer del film di Sophia Loren
L'attrice torna a recitare dopo 11 anni di pausa e dice che il personaggio che interpreta le ricorda la madre: il film esce in sala e su Netflix
Foto: Palomar/Netflix
L'ultima volta che abbiamo visto Sophia Loren su grande schermo era il 2009, in occasione del film 'Nine'. Ora l'attrice di 'Matrimonio all'italiana' e 'La ciociara' torna in 'La vita davanti a sé', che uscirà nelle sale cinematografiche dal 3 al 5 novembre e poi in streaming su Netflix a partire dal 13 novembre. La trama racconta di una donna, un bambino e della difficile sfida di stare al mondo in maniera dignitosa. E Loren, nel corso di un'intervista concessa a Famiglia Cristiana, ha confessato che la verità del suo personaggio "nasce da quello che ho passato io stessa durante la guerra. C'è il rapporto con mia madre, con mia nonna, la fame e la miseria di quei tempi. La durezza e la fragilità di Madame Rosa [che lei interpreta] sono quelle di mia mamma".
La vita davanti a sé, il film
Il film racconta di un'anziana che vive a Bari, è una sopravvissuta all'Olocausto e accoglie in casa sua i figli delle prostitute. Un giorno un dodicenne senegalese, che vive di espedienti ed è tentato dalla carriera criminale, le ruba una borsa: costretto a chiederle scusa, viene accolto da Madame Rosa e, nonostante le resistenze iniziali di entrambi, le loro due solitudini entrano in risonanza.
'La vita davanti a sé' è l'adattamento dell'omonimo romanzo del francese Romain Gary, pubblicato in Italia da Neri Pozza Editore. La sceneggiatura è stata scritta da Edoardo Ponti, figlio di Sophia Loren, insieme a Ugo Chiti e Fabio Natale. Lo stesso Ponti si è poi occupato della regia, firmando in questo modo il suo terzo lungometraggio dopo 'Cuori estranei' (2002) e 'Coming & Going' (2011). Leggendo il copione Sophia Loren ha ritrovato sua madre: sempre a Famiglia Cristiana ha detto "ho rivisto l'immagine di una giovane donna che deve far crescere una figlia piccola, e sullo sfondo ci sono i bombardamenti, le macerie, i soldati. La tragedia l'ho vissuta sulla mia pelle". E pensando alla trama del film, che parla del rapporto madre-figlio tra una sopravvissuta all'Olocausto e un bambino musulmano, aggiunge: "Viviamo in un mondo diviso. Dovremmo imparare a includere, a prescindere dal colore della pelle e della religione. Dobbiamo essere onesti, andare avanti con semplicità. Questo è l'unico modo per migliorare".