Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Smog, gli effetti collaterali della lotta alle polveri sottili

Sorpresa: in Cina la riduzione delle polveri sottili atmosferiche è accompagnato da un inatteso risvolto negativo

Lo skyline di Shangai avvolto dallo smog

La Cina ha da tempo dichiarato guerra allo smog. Con risultati in apparenza soddisfacenti: nel giro di pochi anni, nella zona orientale del paese i livelli di PM 2,5 – le polveri sottili che penetrano negli alveoli polmonari – sono calati circa del 40%. Uno studio apparso su PNAS rivela tuttavia un imprevedibile rovescio della medaglia: la riduzione del particolato ha causato un deciso aumento dell'ozono, che se si concentra negli strati bassi dell'atmosfera è un gas altamente inquinante. MENO POLVERI SOTTILI, PIÙ OZONO Per monitorare la qualità dell'aria, i ricercatori della University of Harvard e della Nanjing University of Information Science & Technology (NUIST) hanno sfruttato oltre mille stazioni di rilevamento sparse sul territorio cinese. I dati raccolti hanno confermato la bontà delle misure prese contro le polveri sottili, documentando però in parallelo la crescita delle concentrazioni di ozono, soprattutto in corrispondenza delle megalopoli come Pechino e Shangai. Si tratta di un risvolto negativo altrettanto pericoloso per la salute umana: l'ozono è un importante schermo solare negli strati superiori dell'atmosfera, ma a bassa quota risulta molto velenoso, in quanto nocivo per le vie respiratorie. PERCHÉ È AUMENTATO L'OZONO? Secondo gli scienziati siamo di fronte a un effetto collaterale direttamente collegato al calo delle polveri sottili. Il PM 2,5 si comporta infatti come una spugna nei confronti dell'idroperossido, un radicale libero che favorisce la formazione dell'ozono. La carenza di particelle dotate di capacità assorbente dà quindi il via libera alla produzione del gas nocivo. In conclusione, dicono gli scienziati, è necessario bilanciare la lotta al particolato con strategie che frenino la diffusione di altri inquinanti. Ad esempio impegnandosi maggiormente a tagliare le emissione di composti organici volatili e di ossidi di azoto (NOx) proveniente dall'uso dei combustibili fossili. Queste due sostanze, che continuano ad abbondare nell'atmosfera, sono insieme all'idroperossido dei reagenti chiave per la produzione di ozono.