Mercoledì 16 Ottobre 2024

"Sì, Padre Pio è la mia ossessione"

Abel Ferrara e la figura del santo di Pietrelcina: "Con Shia LaBoeuf affascinati dalla sua spiritualità"

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Abel Ferrara, il regista del Cattivo tenente, di The Addiction, del recente Pasolini, porta a Venezia – alle Giornate degli autori – il suo film su padre Pio. Interpretato da Shia LaBoeuf. E da nessuno dei due ti saresti aspettato un film su un personaggio del genere. Abel Ferrara, 71 anni, autore controverso di film violenti, segnati da una pesante aura di morte. Nato nel Bronx da immigrati campani, con un apprendistato cinematografico fatto anche nel porno – lo dice lui stesso – fino al successo e ai premi ai suoi film, in un’intervista del 2020 all’Independent ha raccontato il suo cammino di disintossicazione dalle droghe. Ora è pulito da più di dieci anni.

Shia LaBoeuf ha una storia ancora più singolare. Il film segna il ritorno dell’attore dopo un periodo difficile (incidenti d’auto, liti sui set, rehab), culminato nelle accuse della cantante FKA Twigs, che lo ha denunciato per percosse e abusi. Shia LaBoeuf racconta di aver persino contemplato il suicidio: "La mia vita era un inferno. Avevo una pistola sul tavolo. Provavo quel tipo di vergogna che ti fa dimenticare persino di respirare".

Poi, l’incontro con Ferrara, durante una serie di meeting su Zoom organizzati da un programma spirituale al quale entrambi erano iscritti. Ieri, Ferrara ha confermato: "Non conoscevo LaBoeuf, lui non conosceva me. Ci siamo visti su Zoom per la prima volta". E su Zoom, nella chat privata, Ferrara ha chiesto a LaBeouf: "Conosci Padre Pio?" È nato così, paradossalmente, grazie a un seminario di auto-aiuto, l’incontro fra il regista e l’attore trentaseienne. "Non si è convertito grazie a me, aveva già iniziato il cammino", dice Ferrara. Ma anche il film certamente deve avere influito.

"Shia LaBoeuf ha imparato il canto dei monaci cappuccini, quelli che fanno prima dei pasti e durante la Messa. Ha cantato nel film insieme agli altri monaci, che sono tutti veri religiosi". Adesso, LaBoeuf definisce gli ultimi mesi che ha vissuto "il suo viaggio di salvezza". Abel Ferrara riconosce, intanto, la sua ossessione per Padre Pio, alla cui figura aveva già dedicato un documentario. " Mi ha colpito la figura di quest’uomo che quasi non si è mai mosso dalla Puglia, ma che è riuscito a diventare una figura importante per milioni di persone. Un uomo che, come Pasolini, è stato anche un grande scrittore. Le sue lettere sono importanti: sono come gli scritti di Baudelaire, ci consentono di entrare dentro il suo cuore. Il film è basato tutto sui suoi scritti e su documenti ufficiali".

Qual è la sua posizione, rispetto a coloro che vedono la figura di Padre Pio come quella di un impostore? Risponde per Abel lo sceneggiatore del film, lo scrittore napoletano Maurizio Braucci: "In fondo, tutta la religione può essere vista come una impostura, e tutta la religione può essere verità". E Ferrara aggiunge: "Sono d’accordo".

Giovanni Bogani