Quando a dicembre 2019 uscirà nelle sale cinematografiche 'Star Wars: Episodio IX' potremo rivedere su grande schermo il generale Leia Organa. E questo nonostante l'attrice Carrie Fisher sia morta improvvisamente il 27 dicembre 2016, lasciando sgomenti milioni di fan e ponendo problemi non da poco alla produzione della trilogia sequel di 'Guerre stellari'. Il regista e co-sceneggiatore J. J. Abrams, già autore del settimo capitolo della saga, cioè 'Il risveglio della Forza' (2015), ha trovato il modo di risolvere il problema.
CARRIE FISHER IN 'STAR WARS: EPISODIO IX'
In seguito alla morte di Carrie Fisher, molti si aspettavano di assistere al decesso del suo personaggio in 'Episodio 8' ('Gli ultimi Jedi'). Quando invece sembrava che fossimo di fronte al momento decisivo, un colpo di scena l'ha tenuta in vita fino ai titoli di coda. Fu una soluzione non apprezzata da tutti i fan, perché sembrò forzata e raccontata non al meglio. In ogni caso, la palla passò a 'Episodio 9'.
LA SOLUZIONE DI J. J. ABRAMS
Grazie all'approvazione di Billie Fisher, figlia di Carrie, J. J. Abrams ha potuto riportare l'attrice in scena utilizzando materiale girato ai tempi del 'Risveglio della Forza', ma non utilizzato nel montaggio finale. Insomma, il generale Organa non sarà ricreata in computer grafica, come accaduto in 'Rogue One' con Peter Cushing, né sarà interpretata da una nuova attrice, costretta a sobbarcarsi il peso di una sostituzione quasi impossibile.
LE PAROLE DI ABRAMS
Commentando la notizia, J. J. Abrams ha dichiarato: "Eravamo tutti molto legati a Carrie Fisher e non ci sembrava possibile trovare una degna conclusione alla saga degli Skywalker senza di lei. Grazie però al supporto e alla benedizione di sua figlia Billie, abbiamo trovato il modo di rendere onore all'eredità sua e del suo personaggio".
È UNA BUONA SOLUZIONE?
Dopo la morte di Carrie Fisher, la peggiore opzione rimasta sul piatto era di iniziare 'Episodio 9' dando per acquista la morte di Leia Organa, avvenuta fuori campo, e lasciare ai personaggi su grande schermo di ricordarla accoratamente. Francamente, sarebbe stato un disastro.
Rimanevano tre possibilità: il ricorso alla computer grafica, che però avrebbe fatto sollevare più di un sopracciglio, come già accaduto ai tempi di 'Rogue One'. Oppure rifare il casting, soluzione che ha un precedente famoso, quello di 'Harry Potter e il prigioniero di Azkaban', quando Michael Gambon sostituì il defunto Richard Harris nei panni di Albus Silente, preside di Hagwarts: il cambio non fu indolore, ma venne accettato grazie all'ottimo lavoro fatto da Gambon.
Il fatto però di avere scene girate e non utilizzate ha fornito ad Abrams il classico asso nella manica che gli ha tolto le castagne dal fuoco. Bene così.
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Martedì 24 Dicembre 2024
ArchivioStar Wars, Carrie Fisher tornerà: è la soluzione migliore?