Mercoledì 17 Luglio 2024

Jason Bourne, la serie TV prequel. Ecco perché avrà successo

Non c'è l'attore Matt Damon, ma la serie TV 'Treadstone', dal nome del programma che ha addestrato Jason Bourne, ha le carte in regola per piacere comunque

Matt Damon nel film 'Jason Bourne' (2016) - Foto: Universal Pictures

Matt Damon nel film 'Jason Bourne' (2016) - Foto: Universal Pictures

Se guardiano al panorama televisivo contemporaneo, è chiaro che il genere più fortunato, ormai da decenni, è quello che riguarda la macrocategoria dei crime/thriller: non sorprende, dunque, che sia in lavorazione una serie TV prequel ispirata alla saga cinematografica di Jason Bourne, il super agente segreto interpretato da Matt Damon. Facciamo il punto della situazione. INTANTO, COSA SAPPIAMO DELLA SERIE TV PREQUEL? La nuova serie TV si intitola 'Treadstone', nome del programma segreto che ha addestrato Jason Bourne. L'idea è di raccontare com'è nato Treadstone, come si è svolta la selezione e la preparazione dei primi agenti operativi e infine come hanno compiuto le loro prime missioni. La serie è ancora è in fase di lavorazione e ne è stato ordinato un episodio pilota per valutare se finanziarla nella sua interezza oppure no. Al momento sono a bordo lo sceneggiatore Tim Kring ('Heroes') e il canale via cavo USA Network. Né l'attore Matt Damon né il regista Paul Greengrass, artefici dei film per il grande schermo, sono della partita. PERCHÉ PIACE IL CRIME/THRILLER? Facciamoci caso: che venga declinato con toni leggeri ('Castle') o più drammatici ('Criminal Minds'), che si ponga grosse ambizioni ('The Wire') oppure adotti soluzioni più collaudate ('CSI'), il genere crime/thriller è un prezzemolino della produzione televisiva. Spesso coloro che investigano su un qualche tipo di delitto, o agiscono per prevenirlo ('24', 'Scorpion'), sono raccontati come personaggi al di sopra della media: per preparazione fisica, intelligenza o senso del dovere. Spessissimo le loro azioni, per quanto difficili da portare avanti, conducono a esiti positivi per la comunità: viene sventato un atto terroristico, assicurato alla giustizia un pericoloso criminale, sgominata una gang di narcotrafficanti, eccetera. Proprio questa sembra essere la chiave del successo: rassicurare gli spettatori sul fatto che esistono persone e istituzioni che lavorano con efficacia in loro favore. Sono le gioie del lieto fine. PERÒ JASON BOURNE È DIVERSO La saga cinematografica di Jason Bourne ha però introdotto uno scarto, rispetto a questo schema. Nulla di mai visto prima, ma comunque raccontato in modo convincente: il protagonista è sì in grado di fare pressoché ogni cosa, dunque potenzialmente di garantire la sicurezza dei cittadini/spettatori, ma la sua efficacia è compromessa dai giochi sporchi dei suoi superiori. È un tipo di approccio che ben si innesta su una delle ossessioni contemporanee: l'idea che le persone benintenzionate siano ostacolate dai “poteri forti”. Insomma, la serie TV prequel di Jason Bourne non è un progetto che brilla per originalità, ma ha le carte in regola per avere successo. Leggi anche: - The Man Who Killed Don Quixote: perché è un film maledetto? - Deep State, la serie TV di Fox sul lato oscuro delle spie - La casa di carta, parte 2: come finisce la serie Netflix?