Il mondo del cinema piange oggi il regista e sceneggiatore italiano Ermanno Olmi, nato a Bergamo il 24 luglio 1931 e morto all'età di 86 anni nell'ospedale di Asiago, dove era stato ricoverato d'urgenza nella giornata di venerdì 4 maggio. Come sempre, quando scompare di un artista, non c'è niente di meglio che parlare delle sue opere più rappresentative, senza ovviamente avere la presunzione di esaurire la sua intera produzione in poche righe.
Per approfondire: È morto Ermanno Olmi, regista dell'Italia contadina
IL POSTO (1961)
Secondo film di Ermanno Olmi, dopo 'Il tempo si è fermato' e sua prima grande affermazione. La storia è quella di Domenico, figlio di operai dell'hinterland milanese, che arriva in città alla ricerca di un posto fisso e che affronta il suo primo incontro con la metropoli e con l'amore. È una vicenda sospesa tra toni neorealistici e sprazzi grotteschi, con una grande umanità di fondo. Curiosità: l'esordiente Loredana Detto diventerà poi moglie di Olmi, abbandonando la carriera d'attrice.
L'ALBERO DEGLI ZOCCOLI (1978)
Palma d'oro al Festival di Cannes del 1978, 'L'albero degli zoccoli' è un ritratto partecipe e rispettoso di un mondo contadino che sta scomparendo: il film segue quattro famiglie di contadini bergamaschi, dall'autunno 1897 alla primavera successiva, mentre intrecciano usanze ancestrali, piccoli e grandi drammi e duro lavoro nei campi, simboleggiando la visione cattolico-populista cara a Ermanno Olmi.
LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE (1988)
Leone d'oro al Festival di Venezia del 1988, è l'adattamento dell'omonimo racconto di Joseph Roth, storia di un clochard parigino (interpretato da Rutger Hauer) che viene incaricato da un misterioso benefattore di consegnare duecento franchi alla chiesa dedicata a Santa Teresa di Lisieux: nonostante la tentazione di bersi il denaro e dopo una serie di difficoltà, il barbone saprà portare a termine il proprio compito. 'La leggenda del santo bevitore' è volutamente sospeso e contemplativo, anche se talora risulta un po' didascalico nel suo messaggio religioso.
IL MESTIERE DELLE ARMI (2001)
La storia è quella del giovane condottiero Giovanni delle Bande Nere, che nel 1526, alle porte di Mantova, guida le truppe pontificie contro i Lanzichenecchi di Carlo V: ferito a tradimento con un'arma da fuoco, morirà rimpianto da tutti i suoi. Oltre alla fedelissima ricostruzione storica, a Ermanno Olmi interessano soprattutto i destini degli umili e degli uomini alle prese con la morte, al di là di qualunque grandeur (anche estetica, per esempio nella rappresentazione delle battaglie).
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Mercoledì 25 Dicembre 2024
ArchivioErmanno Olmi è morto, ecco 4 film per ricordarlo