Cosa inquina di più: lo shopping online, la consegna a domicilio da negozi locali o andare fisicamente al punto vendita? Se lo è domandato uno studio pubblicato su
Environmental Science & Technology, arrivando alla conclusione che
farsi portare la spesa a casa da un rivenditore della zona è la soluzione a minore impatto ambientale.
L'impronta di carbonio dello shopping
I ricercatori hanno simulato migliaia di acquisti di beni di prima necessità, come ad esempio prodotti per la casa o per l'igiene personale, effettuati
da parte di ipotetici clienti sia online che nei negozi fisici. Per fare una stima
dell'impronta di carbonio di ogni acquisto hanno preso in considerazioni diversi fattori, dalle emissioni prodotte dallo stoccaggio nei magazzini a quelle legate al packaging e al trasporto della merce.
Lo studio ha così calcolato che le consegne a casa dei negozi locali producono in media
0,07 kg di anidride carbonica per ogni prodotto, la spesa fatta in prima persona (e quindi con la propria auto) nel punto vendita 0,1 kg, la consegna di negozi esclusivamente digitali (quelli che si basano su magazzini sparsi in vari luoghi) 0,18 kg.
Come le abitudini di acquisto influenzano le emissioni
Uno dei fattori chiave che aumentano l'impatto ambientale è legato a come i clienti usano i vari sistemi per fare acquisti. Quando si fa shopping da piattaforme online (pensiamo ad esempio ad Amazon),
si tende a comprare un solo prodotto alla volta o comunque un numero limitato, aumentando così le consegne e i viaggi dei corrieri, che oltretutto devono coprire distanze maggiori.
Quando invece fanno la spesa online in supermercato della zona con consegna a domicilio, i clienti di solito ordinano
molti prodotti in un colpo solo che richiedono quindi una singola consegna, generando così meno emissioni.
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