di Chiara Giacobelli
Aspetto pittoresco, stradine acciottolate, case in pietra e un paesaggio montano di grande fascino a circondarlo su tutti i lati: al confine tra Marche e Umbria, dove si innalza maestoso l’Appennino, Serravalle di Chienti è un piccolo comune che rappresenta un tesoro nascosto delle Marche, adagiato tra colline e valli verdeggianti, dolcemente lambito dalle acque del fiume Chienti. Composto da ben 23 frazioni e con origini antiche che affondano nell’epoca romana ha moltissimo da offrire al visitatore, nonostante sia stato gravemente colpito dal sisma; i lavori di ristrutturazione sono in corso grazie alle amministrazioni comunali che si sono susseguite.
L’autunno è senza dubbio una delle stagioni migliori per visitare Serravalle di Chienti. I sentieri che si snodano tra i boschi di faggi e castagni invitano a scoprire una natura incontaminata. Consigliata una visita al MuPA, il Museo Paleontologico Archeologico, che contiene numerosi reperti preistorici e custodisce parti di scheletri di animali ormai scomparsi datati rispettivamente 900mila e 700mila anni fa.
Il Palazzo Comunale vale la pena di essere menzionato in quanto è un’interessante opera progettata nel 1960 dal noto architetto Pier Luigi Nervi, mentre nella sacrestia della Chiesa di Santa Lucia si trovano splendidi affreschi, alcuni dei quali a firma dei fratelli De Magistris. Le chiese disseminate nel territorio di Serravalle sono davvero tante, ciascuna in grado di custodire un pezzo fondamentale di storia locale.
La Chiesa di San Martino, con il suo campanile svettante, e la piccola Chiesa di Sant’Antonio Abate, che sorge su un’altura isolata, sono due luoghi di culto di impareggiabile valore spirituale e paesaggistico. La minuscola Chiesa di Santa Felicita, posta nel cuore del paese e dominata dal colore bianco, custodisce stucchi di pregio, raffiguranti la Madonna e gli angeli. Più nota è la Chiesa di Santa Maria di Plestia, in attesa di tornare al suo fascino di un tempo: si tratta di un’architettura ricca di storia e di significato religioso, edificata sui resti di un’antica città romana, Plestia per l’appunto.
Spostandoci di qualche chilometro, è possibile raggiungere la Botte dei Da Varano, un’incredibile opera d’ingegneria idraulica voluta dai signori di Camerino; di recente è stato scoperto un altro condotto risalente all’epoca romana: l’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di creare un vero e proprio itinerario dell’acqua, già in parte esistente. La Botte dei Da Varano è una delle costruzioni più straordinarie dell’Italia centrale: si tratta infatti di un’opera idraulica sotterranea realizzata nel XV secolo per bonificare l’altopiano, dando così origine alle sorgenti del fiume Chienti.
A Gelagna Bassa consigliamo la visita del mulino ad acqua utilizzato per la macinazione del grano, oggi esempio di archeologia industriale che racconta la vita rurale dell’epoca. La centrale idroelettrica, una delle prime testimonianze dello sfruttamento delle acque del Chienti per la produzione di energia elettrica, è tuttora visibile su richiesta e costituisce un’esperienza emozionante. Infine, non si può lasciare Serravalle di Chienti senza aver assaporato i suoi prodotti tipici: tra questi, i formaggi come il pecorino e il caprino, i salumi locali tra cui il ciauscolo, porcini e tartufo nero.