Maya Sansa ritrova alcuni tratti del suo carattere e della sua vita, nel personaggio del pm Anna Conti che interpreta con grande intensità. E della sua Viola, Isabella Ferrari dice: «È una donna contemporanea che riconosco, che sento, che sono io». Perché la serie ‘Sei donne - Il mistero di Leila’, regia di Vincenzo Marra, tre serate in onda sua Raiuno da martedì 28 febbraio, mette in scena l’universo femminile di oggi. «È il tentativo di parlare, attraverso un giallo, di personaggi molto veri, di entrare nella vita di donne del nostro tempo in cui tutte possano rispecchiarsi», spiega Monica Rametta che firma soggetto e sceneggiatura insieme a Ivan Cotroneo. Che aggiunge: «Volevamo parlare di lavoro, del mondo familiare, del gender gap, partendo da sei diverse figure femminili nell’Italia di oggi»
Sei donne Il mistero di Leila, guida alla fiction Rai. Puntate, cast e dove è stata girata
Ambientata a Taranto, la storia ruota attorno al mistero della scomparsa di un’adolescente, Leila. Una scomparsa, un giallo non facile da risolvere per il pm Conti perché tutte le persone che incontra per avere notizie su Leila, mentono o comunque tacciono molte verità. Nel cast anche Alessio Vassallo e Maurizio Lastrico.
«Sicuramente in comune con Anna c’è un percorso di vita, la voglia di provare a fare tutto da sola. Anche io mi sono allontanata da casa – racconta Maya Sansa -. Sono andata a studiare in Inghilterra, ho lavorato per vivere all’estero e poi entrare in una grande Accademia di Arte Drammatica dove mi sono formata. In comune c’è quindi la determinazione, ma anche una grande fragilità. Io sono sempre stata una persona molto emotiva. Questo nella vita mi può provocare anche delle difficoltà ma per fortuna, facendo l’attrice e non il pubblico ministero, questa sensibilità la posso mettere al servizio del lavoro». Racconta Isabella Ferrari, l’ambigua Viola, che le piacevano tutti i personaggi femminili. «Mi sono riconosciuta in questi caratteri e questo è meraviglioso perché – dice - le donne sono una fetta importante tra gli spettatori e si devono riconoscere in quello che rappresentiamo».
Protagonista anche di tanti film di successo, afferma: «La televisione è arrivata molto prima del cinema a mettere al centro figure femminili autentiche. Io ho iniziato a lavorare molto giovane e fino a pochissimo tempo fa, ho sempre interpretato ruoli di moglie, fidanzata, amante. Nel cinema sei molto spesso la spalla della figura maschile, mentre la televisione generalista ha iniziato tanti anni fa a proporre storie con donne protagoniste. Vent’anni fa ho fatto ‘Distretto di polizia’ (serie di Canale 5) e ricordo che sulle sceneggiature che mi erano arrivate, il mio personaggio si chiamava Giovanni, e erano scritte per un uomo. Poi, fu il produttore a volere me per questo ruolo che era al centro del racconto. Le piattaforme ci hanno portato ancora di più verso questa autenticità, e spero che si vada avanti così».
Certo, difficile parlare in generale della condizione della donna oggi. «È un tema molto complesso. Io sono anche metà iraniana e in questo momento – dice Maya Sansa - sono molto vicina alla rivoluzione iraniana, in cui tutti dovremmo sentirci coinvolti. Noi non siamo in Iran ma anche qui c’è ancora molto da fare. Non bisogna arrendersi né farsi travolgere dalla rabbia che porta ad altri eccessi».