Giovedì 4 Luglio 2024

Se l’omaggio a Mina si dimentica di Mina Basterebbe l’archivio

Luca Goldoni

Come ogni bravo italiano con la testa sulle spalle, io la testa la perdo per Mina. Quindi febbrile era l’attesa dell’omaggio che la Rai aveva annunciato con grande battage, cocente la delusione per l’irrazionalità del programma. Seguitemi. Gli ideatori dello speciale scelgono le canzoni che la splendida voce di Mina ha portato al successo. Per riproporcele potrebbero ricorrere a quello sterminato serbatoio in cui la Rai conserva tutto il repertorio che è andato in onda. E invece no. Per presentarci il meglio di Mina arruolano stelle non sempre di prima grandezza ma a volte di mezza tacca. Sarebbe come se in uno “speciale” su Maradona si affidassero i suoi magici dribbling ad una riserva del Borgo Rosso Foot Ball club, Presidente Alberto Sordi. Un altro non senso sarebbe affidare il Vincerò di Pavarotti a un stornellatore ciociaro. E chi, se non la stessa divina, saprebbe imitare il suo vertiginoso scioglilingua ( sono brava-brava-brava) .

Tutte le vanitose mezze calzette naturalmente hanno pronto l’aneddoto e rivelano la loro mediocre creatività raccontando la stessa storiella. Tutto comincia con la sconosciuta al telefono: "Sono Mina…" Cui segue la reazione obbligata: "E io sono Greta Garbo…" E invece era proprio lei, e l’aneddoto prosegue frazionandosi in invenzioni che nessuno può controllare.

Stavamo facendo le ore piccole con questo surreale omaggio a Mina senza Mina quando i programmisti si accorsero che anche l’occhio vuole la sua parte e allora ci rifilarono un austero ritratto della regina in bianco e nero, stile locandina teatrale. Una miseria. E pensare che noi della vecchia guardia ci saremmo appagati per qualche clip di un onesto teche-teche-tè.