Lunedì 28 Ottobre 2024
RICCARDO JANNELLO
Magazine

“Se“ Kipling pianse il figlio senza una tomba

Il giovane John, destinatario della famosa poesia “If“, cadde in battaglia nel 1915. Ma il corpo non fu identificato e finì in una fossa comune

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di Riccardo Jannello

La storia dice che fu una vittoria di Pirro quella dei britannici contro i tedeschi a Loos-en-Gohelle, poco lontano da Calais. Prima guerra mondiale, settembre 1915: l’esercito di Sua Maestà perse più del doppio di soldati rispetto ai tedeschi, 59mila, con 7766 morti e quasi ventimila dispersi. Fra di loro c’era un tenente non ancora diciottenne delle guardie irlandesi, un patriota che partì giovane per aiutare il proprio paese: John Kipling.

Il padre, Rudyard, nel 1907 aveva vinto il Premio Nobel per la letteratura "in considerazione del potere dell’osservazione, dell’originalità dell’immaginazione, la forza delle idee e il notevole talento per la narrazione". Rud non era distante: reporter di guerra in prima linea sul fronte francese, mandava ogni giorno dispacci pieni di sangue. La morte di John lo abbatté e lo frustrò a tal punto che alla notizia tornò in patria distrutto. Il corpo di John no, rimase nelle fosse comuni in Francia e lo scrittore non poté mai piangere su una sepoltura.

L’autore de Il libro della giungla, Capitani coraggiosi, Kim e dell’iconico poema If (Se) rivolto in forma di precetti proprio a John – tutti allora già pubblicati – se ne andò nel 1936, a 70 anni di età, molto prima che i resti del figlio fossero recuperati grazie all’intuizione di un funzionario governativo britannico che nella terra di nessuno di Loos interpretò la scritta su una lapide – "tenente sconosciuto delle guardie irlandesi" – come riferita a John. Quel ragazzo così "alto e altero nella sua uniforme" come lo aveva descritto la madre Carrie vedendolo partire.

La scomparsa del figlio che non potette né salutare né riabbracciare frenò anche la carriera del romanziere. Rudyard non scrisse altri capolavori, ma si impegnò molto a favore dei dispersi della guerra, che in Gran Bretagna furono almeno 180mila. Lo scrittore sperò fino in fondo di riavere almeno il corpo di John o di sapere dove fosse stato sepolto. Fece perfino stampare volantini in tedesco che chiedevano notizie e grazie alle sue conoscenze li fece lanciare dal Royal Flying Corps dietro le linee nemiche.

Quello di John non era l’unico nome famoso nel nefasto campo di battaglia di Loos. C’era un membro della famiglia reale, Fergus Bowes-Lyon, fratello di Elizabeth consorte di Giorgio VI, e c’era uno dei “poets of war“ di cui il Regno Unito si è vantato e che sono ricordati nel “poets’ corner“ dell’Abbazia di Westminster, Charles Sorley. Di lui si sa che è morto negli ultimi giorni dell’assalto, il 13 ottobre; aveva venti anni e fu colpito alla testa da un cecchino tedesco, lui che aveva studiato in Germania da dove era stato espulso allo scoppio del conflitto. Il suo corpo non si sa dove sia sepolto, ma le poesie scritte in trincea e recuperate dallo zaino sono divenuti poemi e testimonianze di ciò che accadde: When You See Millions of the Mouthless Dead, quando vedi milioni di morti senza bocca, è un suo componimento che dà con forza il senso di una guerra che non ha bisogno di parole.

Le vicende delle famiglie che non hanno potuto riabbracciare i loro morti o hanno ritrovato i corpi dopo molte sofferenze sono raccontate in un libro emozionante di Robert Sackville-West, I ricercatori: indagine sui perduti della prima guerra mondiale. Ci sono storie che hanno virato dal tragico al commovente come quella di Eric Hayter senior, che prima venne illuso da un tedesco che gli aveva inviato una mappa con il luogo di sepoltura del figlio e che invece sei anni dopo scavando in un campo non lontano si imbatté un metro sotto terra in un corpo: cinque denti d’oro e la divisa lo convinsero che si era riunito a Eric junior.

John, invece, i precetti li ha vissuti sulla propria pelle: "Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina E trattare allo stesso modo questi due impostori"... "Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce"... "Se saprai riempire ogni inesorabile minuto Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi, Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa, E – quel che più conta – sarai un Uomo, figlio mio!". Un figlio eroe.