Intellettuale "combattiva e coraggiosa", voce per eccellenza "degli sconfitti del XX secolo" e analista della realtà acuta e sensibile sempre fedele a ideali progressisti: viene ricordata così in Spagna Almudena Grandes, scrittrice scomparsa ieri a Madrid, dov’era nata 61 anni fa, malata di tumore da un anno. Autrice di tanti romanzi di successo, Grandes è considerata una delle voci più influenti e apprezzate della letteratura iberica contemporanea. "Perdiamo una delle scrittrici di riferimento del nostro tempo". ha twittato il premier spagnolo Pedro Sánchez. "Oggi la letteratura spagnola e i progressisti sono in lutto", ha aggiunto da parte sua il ministro della Cultura Miquel Iceta, socialista come Sánchez.
Grandes riscosse successo già a partire dal suo primo libro, Le età di Lulù, pubblicato nel 1989. Un romanzo dai toni erotici scelto per una trasposizione cinematografica diretta nel ’90 dal regista spagnolo Bigas Luna, con Francesca Neri. Diverse sono poi le sue opere successive tradotte anche in italiano: Atlante di geografia umana, Cuore di ghiaccio, Troppo amore, La figlia ideale, tra gli altri.
Una carriera accompagnata dall’impegno politico e sociale, ad esempio in cause come il femminismo o il recupero della memoria storica nazionale. "Ha sempre rivendicato tutti coloro che hanno costruito la Seconda Repubblica spagnola e hanno visto come questa scompariva dopo un crudele colpo di Stato seguito da una guerra", la ricordano su El País.