Mercoledì 12 Febbraio 2025
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Sciopero Hollywood, Venezia è già in crisi

La produzione americana ritira dalla Mostra il film di Luca Guadagnino con Zendaya “Challengers”. Per l’apertura arriva “Comandante“ di De Angelis, con Favino

Zendaya in una scena di "Challengers" di Luca Guadagnino

Roma, 21 luglio –  Alla prossima Mostra del cinema di Venezia, l’ottantesima edizione in programma da mercoledì 30 agosto al 9 settembre, cambia il film di apertura. Sarà Comandante, diretto da Edoardo De Angelis, con protagonista Pierfrancesco Favino. Il film precedentemente annunciato, Challengers di Luca Guadagnino, non ci sarà proprio. Lo ha deciso la produzione del film. Ma perché? Che cosa è successo?

Semplice. ‘Challengers’, il film che vede protagonista Zendaya nel ruolo di un ex prodigio del tennis, coinvolta in un triangolo amoroso con due tennisti professionisti (interpretati dall’attore americano Mike Faist e dal britannico Josh O’Connor), ha rimandato l’uscita, la promozione e di conseguenza la presentazione in uno dei più prestigiosi festival internazionali, a causa dello sciopero degli attori. Il sindacato degli attori, Sag-Aftra, entrato in sciopero il 13 luglio, vieta ai suoi membri di svolgere qualsiasi tipo di attività promozionale. Questo vuol dire che Zendaya e i coprotagonisti del film non avrebbero potuto presentare il film sul red carpet a Venezia, prendere parte alle conferenze stampa, concedere interviste. Tutto quel mosaico di eventi che stanno intorno al film, e sono indispensabili per promuoverlo, per farlo conoscere, per farlo arrivare all’attenzione del pubblico di tutto il mondo. Gli organizzatori della Mostra del cinema hanno confermato che il film "non parteciperà” al festival, a seguito di una “decisione presa dalla produzione”. Variety ipotizza persino che l’uscita del film venga posticipata all’estate 2024. L’uscita prevista negli Stati Uniti, fino ad ora, era fissata al 15 settembre prossimo.

È un terremoto. Perché questa notizia significa due cose. La prima: che il mondo del cinema americano non è affatto sicuro che lo sciopero del sindacato degli attori possa finire in tempi brevi, così da permettere agli attori di organizzarsi e agli Studios di mettere in piedi le campagne di promozione. La seconda: che il caso di ‘Challengers’ ha poche probabilità di rimanere un caso isolato. Anche altri film americani potrebbero non partecipare alla Mostra del cinema di Venezia, per lo stesso motivo. Il festival è una formidabile occasione di promozione: ma se gli attori non sfilano sul red carpet, non si fanno fotografare e intervistare, è come se si spegnessero le luci attorno al film.

Si prospetta – se lo sciopero degli attori americani non si risolverà in tempi brevi – un festival privo di film hollywoodiani. Sarebbe Venezia la prima grande vittima dello sciopero degli attori statunitensi.E non è un colpo da poco. Si capirà meglio martedì, quando il direttore artistico Alberto Barbera annuncerà il programma definitivo della Mostra di quest’anno. Presentando la Mostra dello scorso anno, Barbera era stato critico sul panorama del cinema italiano. “È un panorama fatto di luci e ombre. Sono stati realizzati tanti film – 250 – e nel complesso mi pare si sia puntato più sulla quantità che sulla qualità”, aveva dichiarato smentendosi però quasi subito collocando ben 5 pellicole dei nostri autori in concorso. Un anno dopo, le circostanze impongono proprio di andare a cercare – ancora di più – nella produzione italiana.

Lo sciopero di Hollywood, insomma, impatta Venezia. Che era riuscita a uscire indenne dal Covid, mantenendo l’edizione 2020 – mentre Cannes la aveva saltata. Si parlava di almeno cinque grandi titoli Usa (tra cui ‘Napoleon’ di Ridley Scott con Joaquin Phoenix, ‘Priscilla’ di Sofia Coppola, ‘Poor Things’ di Lanthimos con Emma Stone, ‘Ferrari’ di Michael Mann con Adam Driver): ma quale grande Major potrebbe investire per portare a Venezia attori di fama mondiale, per poi tenerli chiusi in hotel?

Si va dunque verso un’edizione “autarchica”: tra i titoli in gara ci dovrebbero essere ‘Io Capitano’ di Matteo Garrone, ‘Finalmente l’alba’ di Saverio Costanzo, ‘Enea’ di Pietro Castellitto, ‘Lubo’ di Giorgio Diritti, ‘Adagio’ di Stefano Sollima, sempre con Favino protagonista. Ma queste sono ipotesi. Di sicuro, per il momento, c’è l’apertura con ‘Comandante’. Diretto dal regista di Indivisibili, Edoardo De Angelis, ambientato durante la Seconda guerra mondiale, la storia vera del sommergibilista della Regia marina Salvatore Todaro, che nell’ottobre 1940 si impegna a salvare 26 naufraghi, appartenenti ad una nave nemica, strappandoli a una morte certa in mezzo all’Atlantico: ma navigando in superficie, visibile al nemico, rischiando la vita sua e quella dei propri uomini, per seguire le leggi del mare e perché “italiano”.