Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Le polemiche e le controversie intorno a Victoria's Secret

Dalla poca inclusività allo scandalo sulle molestie sessuali

La modella portoricana Joan Smalls

Il brand Victoria's Secret si è trovato al centro di una serie di controversie e crescenti polemiche intorno alla fine degli anni '10 del 2000: la principale critica mossa al marchio di lingerie riguardava la mancanza di inclusività rispetto alla rappresentazione di corpi diversi sulle sue passerelle, ma non solo.

La campagna pubblicitaria risalnete al 2014 "Perfect Body", che riportava lo slogan "A body for everybody", era stata fortemente criticata perché composta da sole immagini fotografiche di modelle molto magre. Una raccolta firme per cancellare la campagna aveva raggiunto 30mila adesioni. 

Nel 2015 Karlie Kloss, una delle modelle più in vista del marchio, ha lasciato l'azienda, dichiarando in seguito che “non sentiva che l'immagine rispecchiava veramente chi sono e il tipo di messaggio che voglio inviare alle giovani donne di tutto il mondo su cosa significhi essere belle”. 

Il marchio ha poi affrontato una nuova ondata di polemiche nel 2018 quando Ed Razek, all'epoca responsabile marketing dell'azienda madre di Victoria's Secret, L Brands, ha dichiarato a Vogue che, a suo dire, lo spettacolo non avrebbe dovuto includere modelle trans, "perché lo show è una fantasia, è uno speciale di intrattenimento di 42 minuti". Razek si è scusato nei giorni successivi e si è dimesso nell'agosto 2019, travolto delle polemiche, pochi giorni dopo che Victoria's Secret aveva scelto Valentina Sampaio, la sua prima modella transgender, per una delle sue campagne. A seguito della bufera, il Victoria's Secret Fashion Show previsto per il 2019 è stato cancellato.

Nel febbraio del 2020 il New York Times ha pubblicato un'inchiesta sulla “cultura della misoginia” interna all'azienda, caratterizzata da “diffuse prepotenze e molestie nei confronti di dipendenti e modelle”. Il Nyt sosteneva che Razek era stato ripetutamente oggetto di lamentele per comportamenti inappropriati. Il responsabile marketing ha negato tutte le accuse e l'azienda ha dichiarato di essere “impegnata in un miglioramento continuo e in una completa assunzione di responsabilità”. 

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