Martedì 17 Settembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Amanita phalloides

Amanita phalloides, il micologo Nicolò Oppicelli: "Basta un etto per uccidere una persona di 80 chili" (foto Nicolò Oppicelli)

Amanita phalloides, il micologo Nicolò Oppicelli: "Basta un etto per uccidere una persona di 80 chili" (foto Nicolò Oppicelli)

Come primo fungo mortale, il micologo Nicolò Oppicelli mette l'Amanita phalloides. Spiega: "Oltre che molto diffusa nel nostro territorio, causa intossicazioni a livello epatico e una mortalità che arriva al 10%. Se l'avvelenamento viene preso per tempo e si tratta di una persona robusta, l'Amanita phalloides può provocare il trapianto di fegato. Un etto riesce a uccidere una persona di 80 chili".

Ma come si riconosce? Precisa Oppicelli: "I funghi non sono sempre figurine. Nel senso che vento e pioggia possono modificarne le caratteristiche ambientali". Ecco l'identikit del fungo killer: "Cappello verde olivaceo con fibrille più scure, sul gambo presenta un anello e alla base del gambo una volva a sacchetto, ampia". Ma perché continuano ad essere raccolte? "Perché le persone si confondono, a volte magari non le riconoscono perché non sono intere. Un altro grande problema è dato dall'immigrazione. In diversi paesi, soprattutto nel Sud-est asiatico, vengono raccolte specie dall’aspetto simile che sono tradizionalmente consumate. Spesso i casi di intossicazione in ambiente urbano si spiegano così. Perché l'Amanita phalloides nasce anche in città, come altre specie velenose. Nel bosco di solito si trova nei boschi di latifoglie, raramente sopra i 1.500 metri di quota. Anche se negli ultimi tempi, con il cambiamento climatico, non abbiamo più troppe certezze".

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