Sabato 23 Novembre 2024
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Santo Stefano, il primo martire della Chiesa. Storia e culto

Il 26 dicembre cadono le celebrazioni del protomartire e protodiacono, un personaggio di cui sappiamo poco

Un'illustrazione di Santo Stefano

Un'illustrazione di Santo Stefano

Santo Stefano si celebra il 26 dicembre di ogni anno: è stato il primo martire cristiano, o protomartire, e anche il primo protodiacono (fra qualche riga spieghiamo meglio di cosa si tratta). Il suo culto è particolarmente sentito presso i fedeli cattolici, protestanti e ortodossi, ma la sua vita è poco documentata dal canone biblico. Cerchiamo dunque di capire bene chi è e cosa gli è accaduto.

Santo Stefano protodiacono

Data e luogo di nascita sono sconosciuti. Gli studiosi sono abbastanza concordi nel dire che probabilmente è nato in Grecia nel 5 d.C., ma certezze non ve ne sono. Di sicuro fu il primo dei sette diaconi scegli dagli apostoli: deriva da qui il titolo di protodiacono. Ma cos'erano i diaconi? Bisogna fare un passo indietro nel tempo ai primi anni della predicazione apostolica, quando la comunità cristiana di Gerusalemme era in forte crescita. Che i fedeli fossero sempre più era cosa buona, ma questo riduceva il tempo a disposizione degli apostoli per la preghiera e la predicazione. Fu in questo contesto che gli apostoli decisero di affidare ad alcuni uomini pii le attività pratiche di secondo piano, così da liberarsi dai compiti meno importanti. Nacquero così i diaconi. Il primo fu appunto Santo Stefano.

La morte di Santo Stefano

Stefano prese a cuore il proprio ruolo e guadagnò fama di uomo buono e giusto. Ciò però lo mise nel mirino delle autorità, che lo accusarono di blasfemia e lo condannarono a essere lapidato: la sentenza fu eseguita nel 36 d.C. La morte, avvenuta per la propria fede, ne fa un martire. Il titolo di protomartire deriva dal fatto di essere considerato il primo cristiano a essere ucciso per il suo credo. In realtà fu il secondo, perché Giovanni Battista fu decapitato tra il 29 e il 32 d.C. Colpisce il fatto che la morte di Santo Stefano sia datata con precisione, a maggior ragione in considerazione delle scarse fonti disponibili sulla sua vita. Il mistero è presto chiarito se pensiamo alla lapidazione, cioè una pena comminata dal Sinedro in base alla legge giudaica. Non la crocifissione, quindi, che era invece prevista dalle norme romane. La modalità di esecuzione di Santo Stefano consente dunque una datazione certa, perché nel 36 d.C. Ponzio Pilato era stato deposto: si era inimicato la popolazione a causa dell'eccesso di violenza utilizzato nel sedare la rivolta del monte Garizim. In assenza di un rappresentante dell'impero romano, il vuoto amministrativo fu provvisoriamente colmato affidando il potere al Sinedro. Che, appunto, condannò Stefano alla lapidazione in conformità con la propria legge.

La tomba nascosta

In base alle consuetudini, il corpo di Stefano avrebbe dovuto essere lasciato a terra, in preda alle bestie selvagge. Negli Atti degli Apostoli si legge che questa sorte gli fu risparmiata: alcune "persone pie" lo raccolsero e seppellirono. Per secoli il luogo della sepoltura rimase segreto e solamente nel 415 d.C. i suoi resti furono identificati. Fu possibile perché il dotto Gamaliele visitò in sogno un sacerdote e gli indicò l'ubicazione esatta della tomba collettiva in cui riposavano i resti di Santo Stefano, San Nicodemo, San Abiba e del medesimo Gamaliele. Venuto a sapere del sogno premonitore, il vescovo di Gerusalemme autorizzò gli scavi che portarono al ritrovamento delle ossa, successivamente trasferite all'interno della chiesa di Sion, a Gerusalemme.

Santo Stefano, il culto

Nel corso dei secoli successivi la venerazione di Santo Stefano crebbe e aumentarono le testimonianze di miracoli avvenuti in suo nome. Per questo i Crociati, nel XIII secolo, riportarono in Europa le sue reliquie dopo avere razziato i luoghi in Terra Santa. Il trasferimento produsse però confusione e consentì la proliferazione di molti falsi. Per esempio, nel XVIII secolo nella sola città di Roma si veneravano tre braccia conservate in altrettante chiese, senza che fosse possibile identificare con certezza quali fossero quelle vere e nonostante l'evidente incongruenza anatomica. Oggi il giorno di Santo Stefano cade il 26 dicembre per la Chiesa cattolica e per alcune Chiese protestanti, mentre quella ortodossa lo celebra il 27 dicembre. I protestanti e gli ortodossi che seguono il calendario gregoriano lo festeggiano invece il 9 gennaio. In alcune località assume un valore particolare anche il 3 agosto, giorno del ritrovamento delle reliquie del protomartire.