È già futuro. Dopo il trionfo a X Factor dei Santi Francesi con i cori di chi era arrivato con loro in finale, Bea, Linda, Tropea, Alessandro De Santis e Mario Francese salutano con un "Arrivederci ai live". Perché c’è già un Ep, molto bello, in uscita e il primo tour nei club. E nulla è casuale, dal loro passaggio in trio ad Amici 17 con The Jab, all’album autoprodotto Tutti Manifesti del 2019, il singolo con DADE Giovani favolosi con cui vincono Musicultura 2021, poi inserito nella colonna sonora della serie Summertime (Netflix).
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A questo punto X Factor e l’Ep “in fieri”, in uscita il 12 dicembre, sembrano la logica conseguenza di una crescita impressionante. Dalla messa a fuoco di un pop elegante con aperture melodiche irresistibili e linguaggio d’autore, alla complessa semplicità, un duo orchestra che sperimenta il ventaglio di suoni conosciuti. Riascolterete il singolo Non è così male, Il pagliaccio, Spaccio con i Fast Animals and Slow, Medicine, due cover, Un ragazzo di strada dei Corvi e Creep dei Radiohead.
Su Spaccio e la collaborazione con i Fask (al telefono la voce è quasi uguale, come il pensiero condiviso): "Sono i nostri padrini, abbiamo imparato molto da Aimone Romizi, il loro cantante e chitarrista. Ho anche una loro canzone tatuata addosso. Spaccio nasce proprio alla fine di un loro concerto di otto anni fa. Avevamo molto materiale ma volevamo far ascoltare qualcosa di più evoluto che stava arrivando, anche se questi pezzi nascono quasi tutti quattro anni fa".
Lessico. I Santi Francesi sono "i santi inventati per fare festa", Pagliaccio "la scena di un giocoliere a cui cadono i birilli dalle mani, mentre sono in mezzo al traffico".
Biografia. Sono Canavese Boys, Alessandro di Cuorgnè e Mario di Ivrea, entambi 24 anni. "Ma viviamo da un anno a Milano, in una mansarda a Rogoredo. Siamo cresciuti nella scena musicale di Ivrea, vivace da quando è esploso Cosmo, con Ivreatronic. Stesso liceo ma incontro in studio di registrazione, siamo partiti in cinque e arrivati in due. Ascoltiamo di tutto, la nostra influenza più grande sono i Twenty One Pilots".
Il primo talent è stato Amici. "Eravamo in tre, col batterista, molto piccoli, incazzati, incapaci di gestire le dinamiche televisive. Ci ha insegnato tantissimo, mentre diventavamo meno rock, a viverlo con più leggerezza". Dove prima "si sono posti il problema di piacere", parola di Rkomi, poi "di prendersi tutto il palco e divertirsi". Ringraziano: "Ci ha aiutato senza cambiarci".
Alessandro: "È stata la prima esperienza in assenza di strumenti addosso, in realtà io a 10-12 anni volevo fare il chitarrista, mi sono allontanato piano piano, anche se quel muro del suono è imprescindibile. Alla chitarra lavoriamo per rendere i suoni più brutti possibile. Sono invece affascinato dalla batteria, uno degli strumenti che non so suonare. Mario invece il pianoforte, ha studiato basso, ukulele. In tour avremo le basi e un batterista". Via il 18 gennaio a Torino, poi Bologna (21), Milano (24), Firenze (30). Ottimi gli ascolti della finale con 1,5 milioni di spettatori e 10% di share (più 20%).