La lettera di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo 2023 ha fatto discutere per molto tempo. "Chi usa chi?" è stata la domanda che per molto tempo l'Italia politica e l'Italia critica si è posta.
Eppure c'è un dato, in questo dibattito, che è sfuggito a molti. Ovvero il paradosso che ha in sè la città di Sanremo: un forte collegamento con la Russia. Quindi il presidente dell'Ucraina veicola un messaggio all'interno di una manifestazione che si svolge in una città da sempre molto legata allo Stato con il quale è in atto un conflitto.
La chiesa di Cristo Salvatore è in via Nuvoloni ed è praticamente in centro a Sanremo. A metà fra gli hotel Royal e De Paris, proprio nel pieno della movida sanremese durante il periodo del Festival.
Ma perché la città ha un legame così forte con la Russia da avere addirittura una chiesa ortodossa, peraltro del tutto attiva e funzionante, nel proprio centro? La storia affonda le proprie radici nella fine del 1800. Precisamente nel 1874, quando la zarina Maria Aleksandrovna, diventata imperatrice di Russia come moglie dell'Imperatore Alessandro II. Proprio in quell'anno la zarina, invitata dal banchiere Antonio Rubino, poi vice-console russo, arrivò alla stazione ferroviaria di Sanremo, dove fu accolta dal Duca Amedeo di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele II, e dalle massime autorità del tempo.
Le sensazioni della zarina furono sin da subito molto positive tanto che, prima di tornare a Nizza, decise di lasciare in dono al sindaco e alla città le palme. Già, proprio quelle che vediamo ancora oggi sul lungomare. Dell'anno successivo è la decisione di Sanremo di intitolare all'imperatrice russa proprio il viale alberato.
A fine dell’Ottocento la città era praticamente diventata una colonia russa: c'erano biblioteche, farmacie e fornai dedicati alla cultura russa. Inevitabile, quindi, anche la nascita di una chiesa nella quale poter celebrare riti religiosi cristiani ortodossi.
Sanremo però è anche e soprattutto la città del Festival. Nel 2013 Toto Cutugno è salito sul palco cantando "L'italiano" accompagnato proprio dal coro dell'Armata Rossa, ovvero le forze armate russe. Insomma dall'Ottocento agli anni Duemila, il legame fra la Russia e la città di Sanremo è cambiato ma non si è mai spento.