Roma, 1 febbraio 2024 – Probabilmente nell’ultimo mezzo secolo l’apertura più grossa sul futuro di Sanremo l’hanno data le vittorie di Alice con Per Elisa nel 1981 e quella di Mahmood con Soldi nel 2019. E la forza dirompente del Festival di Alessandro è stata pure quella di riportare la musica italiana, complice l’Eurovision, in alto sulle piattaforme di streaming europee prima dell’arrivo del ciclone Måneskin. Ecco perché il suo ritorno all’Ariston con Tuta gold è destinato ancora una volta a far rumore. Debuttante nel 2016 tra le Nuove Proposte (4° posto), outsider nel 2019 tra i big, vincitore annunciato in coppia con Blanco nel 2022, l’uomo dei brividi giura che, fosse per lui, tornerebbe in Riviera (quasi) tutti gli anni.
“Se vinco pure stavolta mi tirano i pomodori" butta là con un mezzo sorriso per lasciarsi scivolare dalle spalle l’ansia di una corsa di testa. Anche perché con questo brano firmato assieme a Jacopo Ettorre e Francesco “Katoo” Catitti l’idolo milanese rimischia ben bene le carte, avventurandosi su terreni inesplorati come gli accade pure nel nuovo album Nei letti degli altri , in arrivo il 16 gennaio e preannunciato dalla comparsa di alcuni materassi in strada a Milano, Roma e Napoli. Fra le collaborazioni, quella con Tedua e Chiello in Paradiso e quella con la belga Angèle Joséphine Aimée Van Laeken, per le hit parade solo Angèle, in Sempre/Jamais .
Alessandro, che cosa c’è sotto le lenzuola evocate dal titolo?
"Considero il letto un po’ il nostro porto sicuro. Quello che condividiamo con le persone che amiamo di più, ma anche con i nostri amici, i nostri familiari. Quello dove veniamo traditi o tradiamo. Un luogo di autoanalisi, quindi, ideale come riferimento per i differenti quadri di vita collezionati da questo album".
Tuta gold com’è nata?
"Ho iniziato a scriverla ad Orosei, in Sardegna, rientrato da quattro giorni di rave a Berlino. È un viaggio tra presente e passato capace di rappresentare al meglio la maturità emotiva che mi regala questo nuovo disco".
Il testo dice: “Mi hanno fatto bene le offese / quando fuori dalle medie le ho prese e ho pianto / devi ritornartene al tuo paese / lo sai che non porto rancore / anche se papà mi richiederà / di cambiare cognome”.
"Non ho mai avuto problemi a raccontarmi nelle canzoni, che sono sempre state un po’ il mio diario libero. Anzi, penso che la mia forza sia sempre stata proprio la libertà d’espressione. E che continui ad esserlo. Il focus di Tuta gold e del suo testo non sono tanto le esperienze della mia vita, quelle davanti a cui mi sono chiuso a riccio, ma il modo in cui mi hanno fortificato, rendendomi la persona che sono oggi".
Un Mahmood 2.0?
"Di sicuro porto un nuovo me su quel palco. Un me che fa i conti col passato e ne esce più forte. Prima stavo in un guscio, ora è una tuta. Una tuta gold. Perché penso di aver imparato ad affrontare le difficoltà con un po’ di stile".
E la distanza con suo padre?
"Si risolverà tutto col tempo".
La serata delle collaborazioni porta il Lucio Dalla di Com’è profondo il mare assieme ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu.
"È uno dei miei pezzi preferiti. La libertà di quella frase “il pensiero come l’oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare“, mi è sempre appartenuta. Sono orgoglioso di essere il primo a portare il “canto a tenore“ sotto ai riflettori dell’Ariston perché penso che niente possa rappresentare meglio il mio paese d’origine, la Sardegna, su quel palco".