Sanremo, 29 gennaio 2025 – Iscritto nel registro degli indagati dell'inchiesta 'Doppia Curva' della Direzione distrettuale antimafia sugli affari criminali del mondo ultrà interista e milanista, il rapper Emis Killa, 35 anni, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, ha rinunciato a salire sul palco del Festival di Sanremo per gareggiare con la sua "Demoni". E' stato lui a ritirarsi, ma fin da questa mattina, per il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, che è anche componente della commissione di Vigilanza Rai, Killa doveva essere espulso dal Festival.
"È inaccettabile - le parole di Gasparri - che un personaggio come Emis Killa possa salire sul palco di Sanremo, mentre è indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere e ha un Daspo che gli vieta di partecipare agli incontri di calcio, essendo considerato 'troppo pericoloso'. Se è ritenuto una minaccia per lo stadio, come può essere invece valorizzato dal servizio pubblico radiotelevisivo attraverso un Festival che dovrebbe rappresentare ben altro? Emis Killa ed altri non incarnano affatto i valori e la cultura che il Festival di Sanremo dovrebbe promuovere".
Se aggiungiamo a quello di Killa il caso Tony Effe - anch'egli in gara quest'anno all'Ariston -, prima chiamato dal sindaco di Roma Gualtieri a tenere il concertone di Capodanno della capitale, poi fatto fuori in seguito alle proteste circa i suoi testi misogini, siamo già al secondo pasticcio per il Sanremo prossimo venturo.
Ma non è certo la prima volta che il Festival, alla vigilia, inciampa in pesanti polemiche, che toccano anche la sfera politica.
Il caso più clamoroso resta quello di Sanremo 2010, edizione numero 60, alla conduzione Antonella Clerici, direttore artistico quel Gianmarco Mazzi oggi sottosegretario alla Cultura. In gara c'è Morgan, il quale poco prima della manifestazione rilascia un'intervista a una rivista in cui dice che fa uso di cocaina non per sballo ma come antidepressivo.
Dopo, cerca di contestualizzare, specificare: l'intervista mi è stata carpita, l'uso di cocaina come antidepressivo apparteneva al mio passato, va ospite di "Porta a Porta" a chiedere scusa, va alla radio da Diaco dove dice che si sta disintossicando e dove ha un botta e risposta con l'allora ministro della Gioventù Giorgia Meloni: lei gli chiede di lanciare ai giovani un appello forte e deciso contro la droga, Morgan ci prova: "Lavorare, cantare, fare viaggi, andare in discoteca, divertirsi, fare l’amore, se si fanno senza droga, sono infinitamente più gustosi, si fanno con più gioia. E si impara il gusto della vita. Te ne accorgi se non c’è la droga nel tuo corpo". L'ex ministro ora premier Meloni, riferendosi al ruolo pubblico e privato del cantante, conclude: "A Marco dico: facciamo il tifo per te, come per tutti coloro che si trovano nella tua situazione. A Morgan dico: oggi hai una grande opportunità, quella di passare dall’essere un cattivo maestro all’essere un esempio positivo per coloro che ti ammirano. Dipenderà dalla onestà dei tuoi comportamenti oltre che dalla saggezza delle tue parole. Spero davvero che tu possa riscattarti".
Ma non basta: l'esclusione di Morgan dalla 60esima edizione del Festival di Sanremo è decisa e irreversibile, viene presa dall'allora direttore di Raiuno, Mauro Mazza, d'intesa con il direttore generale, Mauro Masi, dopo aver consultato il direttore artistico Mazzi che - come detto - oggi è sottosegretario del Mic. "Morgan ha lanciato un messaggio incompatibile con la vetrina di Sanremo che rappresenta in maniera esponenziale la Rai stessa", la motivazione della sua espulsione. Quello dell’Ariston per Morgan resterà un palco stregato: finalmente in gara, con Bugo, nel 2020, venne escluso col suo ex sodale a Festival in corso per modifica del testo (da parte di Morgan) e abbandono del palco (da parte di Bugo): una scena, quella della lite in diretta tra i due mentre cantavano, che se non passò alla storia del rock passò comunque a quella del trash festivaliero più iconico.
Bufera di non poco conto anche sulla partecipazione in gara di Madame, primo Festival del post Covid, febbraio 2023: a gennaio la cantautrice risulta indagata dalla procura di Vicenza per falso ideologico nell’ambito di un'inchiesta su green pass falsi. Due medici arrestati, uno dei quali è il suo medico di base. Giorni di silenzio a seguito della notizia, prima dell’ammissione sulle sue storie di Instagram di non essersi mai vaccinata, raccontando la storia della sua famiglia sostanzialmente No Vax. Non serve scusarsi o raccontare la storia di famiglia - fa notare Selvaggia Lucarelli -, il punto non è essere o non essere vaccinati, quanto capire se la cantante abbia o meno esibito un green pass falso. Ma il direttore artistico di Sanremo 2023, Amadeus, ferma immediatamente l’ipotesi di un'esclusione di fronte alla stampa, in occasione dell’ascolto in anteprima dei 28 brani in gara. "C'è un'indagine in corso e si è innocenti finché non si viene dichiarati colpevoli. A oggi Madame è in gara a Sanremo. Sarebbe un vero peccato per il pubblico non ascoltare il suo brano". Che si sarebbe rivelato un successo: "Il bene nel male".
Certo rispetto a un ultrà nella cui casa in Brianza, la mattina del 30 settembre scorso, i poliziotti della Mobile avevano sequestrato sette coltelli, tre tirapugni e un taser e che il 26 dicembre 2022 viene immortalato dagli investigatori "mentre partecipa a Scanzorosciate a casa di Luca Lucci, in quel momento ai domiciliari, alla cena di Natale. Al suo fianco ci sono altri ultrà criminali che finiranno in carcere: Islam Hagag, amico stretto del collega Fedez, Luciano Romano, Fabiano Capuzzo, Rosario Calabria (legato alle cosche calabresi) e Daniele Cataldo, accusato ora del tentato omicidio del 'rivale' di Lucci, Enzo Anghinelli nel 2019", i precedenti concorrenti sanremesi finiti nei guai - e allontanati dalla manifestazione - nel corso del tempo e nel tempo che fu si rivelano colpevoli di scandali che oggi fanno solo sorridere.
La questione più spinosa è sempre stata perlopiù solo quella della certificazione che il brano portato in gara fosse inedito. Lo scandalone del '55 fu l'uso - non segnatamente proibito dal regolamento - di un pre-playback da parte di Claudio Villa, colpito da mal di gola, che mimò, mentre il disco girava, "Buongiorno tristezza"; in seguito vietato, il playback usato nel '67 da Bobby Solo - sempre per colpa del mal di gola - costò invece al crooner della "Lacrima sul viso" la squalifica.
Squalificati in tronco, per questione inedito non inedito/plagio, Riccardo Sinigallia nel 2014, quando si scoprì che aveva eseguito la sua “Prima di andare via” in un locale davanti a una ventina di amici; Jo Squillo nel 1992 per “Me gusta il movimento”, Loredana Berté nel 2008 per “Musica e parole” (lei la prese veramente malissimo). Nel 1987 fu contestato il plagio a Patty Pravo per “Pigramente signora”, anche se restò in gara. Ornella Vanoni nel 1996, scoperto che il suo “Bello amore” era già stato eseguito qualche mese prima, con un altro titolo, si auto-escluse a pochi giorni dall’inizio della manifestazione. Nessun provvedimento venne preso quando Fedez nel 2021 postò su Instagram un pezzetto della canzone che avrebbe duettato con Francesca Michielin, "Chiamami per nome", né nel 2022 quando Gianni Morandi anticipò, per sbaglio, via social qualche secondo della sua “Apri tutte le porte”.