Roma, 26 gennaio 2024 – Dove tenga il dipinto che invecchia al suo posto nessuno lo sa. Ma quei settant’anni in arrivo il 4 aprile Fiorella Mannoia li accoglie col più disinvolto dei sorrisi. E a passo di danza. Quella che scivola sulle ali colorate della Mariposa inseguita dalla cantante romana sul palco del Festival per parlare di donne col suo cuore di pasionaria alla vigilia di un anniversario importante. "Ho gli anni della Rai, ma a ritirarmi non ci penso proprio" scherza, strizzando forse l’occhio a Baglioni. “Debbo dire che sono sempre le canzoni a portarti a Sanremo. Canzoni in cui credi. Canzoni al femminile in cui, con l’orgoglio di essere donna, racconti quel che siamo, quel che siamo state e quel che saremo".
Dov’è nata questa canzone?
"Sul divano, guardando Il grido delle farfalle , la serie tv sulle sorelle Maribal, le attiviste dominicane che nel ’60 si batterono contro la dittatura del generale Rafael Trujillo fino alle estreme conseguenze. Il loro assassinio da parte del Servicio de Inteligencia Militar innescò il movimento di popolo che portò alla fine della feroce dittatura. Furono uccise il 25 novembre e così in quella data si festeggia la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Io e mio marito Carlo (Di Francesco - ndr ) stavamo davanti allo schermo, immersi nella visione del film, quando lui ha preso carta e penna iniziando ad appuntarsi le prime idee di testo. Poi ci siamo messi al lavoro con Cheope sul testo e con Federica Abbate e Mattia Cerri sulle musiche".
Un verso della canzone cita Una nessuna centomila , l’evento (e la Fondazione) per la raccolta di fondi per i centri antiviolenza di cui lei è presidente.
"L’appuntamento è confermato pure quest’anno, il 4 e 5 maggio all’Arena di Verona. Non avrebbe potuto essere altrimenti perché è un impegno che ormai fa parte della mia vita. Sulla questione della violenza di genere siamo vittime di stereotipi, le donne si sentono tutte crocerossine e gli uomini tutti in difficoltà ad accettare la loro emancipazione. Le ragazze scambiano spesso la gelosia per amore e non riescono a capire quando diventa ossessione. C’è molto da lavorare, ma riusciremo a cambiare le cose. Sono processi lenti, difficili da vedere compiuti in una sola generazione. La libertà è una conquista giornaliera. Nelle scelte ho sempre cercato di tenere la barra a dritta, ma ho sbagliato anch’io. E l’ho pagata".
Sull’argomento il linguaggio della trap a volte è urticante.
"Nessuna censura, ma faccio mio senza giudizio né condanna l’appello alla responsabilità e alla riflessione rivolto ai rapper di Roy Paci, perché in giro ci sono dei testi che fanno rabbrividire".
In tanti pensano che quest’anno a vincere sarà una donna.
"Effettivamente c’è una certa probabilità di avere un podio declinato al femminile. Anche se non credo che in passato ci siano stati dei pregiudizi nei confronti delle artiste in gara. Numericamente eravamo meno, oggi molte di più".
Si è molto discusso ultimamente sul corpo delle donne.
"Vorrei dire a tutti quelli che sui social si scagliano contro Elodie o Annalisa che si sono forse scordati di Madonna o di Beyoncè. All’improvviso siamo diventati tutti bigotti".
Colpa dei social?
"No, solo un nuovo mezzo. Prima queste cose si dicevano al bar, adesso si scrivono sui social".
La sera delle cover canterà Che sia benedetta con Francesco Gabbani, volatilizzando così il ricordo di quell’agrodolce secondo posto del 2017 dietro alla sua Occidentali’s Karma .
"Amadeus ha chiesto di non rivelare cover e partner della giornata riservata alle collaborazioni fino al suo annuncio. Quindi, sull’argomento, mi appello al V emendamento".
Che impressione le fa la Fiorella che nell’81 debuttava all’Ariston con Caffè nero bollente ?
"La mia carriera ha avuto una costruzione lenta e il mio lavoro musicale è cresciuto con la mia persona. Se mi rivedo, mi faccio tenerezza".