Mercoledì 5 Febbraio 2025
ROSALBA CARBUTTI, inviata a Sanremo
Sanremo

Pazienti e felici: il popolo delle transenne

Dalla mamma con figlia al seguito al 77enne irriducibile. Immuni alle polemiche, aspettano per ore il passaggio dei propri idoli

Max, 77 anni, mostra una vecchia foto con Pippo Baudo

Anna Magnani in Bellissima sognava che la figlia entrasse nel mondo dello spettacolo. A distanza di settant’anni, fuori dall’Ariston, sembra quasi di rivedere quella stessa mamma con sua figlia. Si tengono per mano, si guardano complici. E aspettano. Dietro le transenne che dividono il festival dall’altro festival. Il dentro, con tutte le sue liturgie, le telecamere, i cantanti, i presentatori, le polemiche. Il fuori con gente che agita blocchetti e penne per gli autografi, telefonini per video e selfie. Uno show mediato, ammirato, condiviso. La sera lo stesso popolo delle transenne si sposta. Segue i ritmi del festival, s’informa dei party, degli eventi, delle cene con o senza vip.

«Veniamo da Imperia», racconta la mamma accanto alla figlia coi tacchi alti che non è abituata a portare. Si mettono in fila davanti allo storico locale Morgana sul lungomare di Sanremo, dove l’altra sera Radio Italia festeggiava l’inizio della kermesse con i cantanti. Aspettano la sfilata dei big, con grazia, per un selfie, una stretta di mano. Ieri sera erano in prima fila per immortalare il red carpet degli artisti nel centro città. «Magari torniamo anche mercoledì», dicono. Ma a mezzanotte, come Cenerentole del Terzo millennio, se ne vanno, salutando con la mano.

L’altro festival, quello che si vive fuori all’Ariston, è forse il più vero. È il festival di Max, 77 anni, che sulla nuca ha un 70 per ricordare il compleanno di questo concorso musicale, e colleziona autografi e dischi. «Avevo 7 anni quando vidi il primo. Era il 1951. Ho stretto la mano anche a Modugno», racconta non lasciando mai la prima fila dietro le balaustre. Fiorello passa, firma l’autografo e lo riconosce.

Poco più in là l’altro veterano è Davide, 52 anni, viene da Torino. Tira fuori un pacco di foto da una sportina di plastica. Amadeus, Belen, Antonella Clerici e Pippo Baudo. Il tempo che passa si vede nel viso di Davide, nei capelli folti di Amadeus, dal viso di Belen, quando la famosa farfallina del 2012 non era ancora immaginata. «Vengo qui dal 1998. Tutti gli anni mi fermo una settimana. Cerco di risparmiare, ma la stanza costa almeno 200 euro a notte. Per il Festival si fa di tutto», racconta.

Poi ci sono i pendolari, le comitive del Sud che si fermano qualche giorno, gli habitué dell’altro festival chiunque lo presenti e chiunque siano i cantanti. Con Max, Davide, la mamma e la figlia che vanno avanti e indietro da Imperia un giorno sì e un giorno no, ci sono signore sulla settantina impellicciate, anche se sulla Riviera dei fiori ci sono sedici gradi (sembra primavera). Aspettano, impettite e truccate, con le braccia appoggiate al ferro delle transenne. Se poi chiedi loro chi stanno attendendo con così tanta determinazione, rispondono «boh, vediamo chi c’è».

Poco più in là, un gruppetto, chiede a gran voce di Fiorello. In mezzo al popolo delle transenne, è il più osannato e quasi oscura “Amedeus”, come lo chiamano alcuni signori dai capelli imbiancati, scambiando la “e” con la “a” come ieri il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri in conferenza stampa.

Nessuno racconta di essere entrato all’Ariston e – anche se transita qui da anni – ammette che il teatro, dentro, non l’ha mai visto. Il popolo delle transenne resta lì, immobile, fermo. Non si cura di ciò che si è detto, del Fiorello show, di chi ha fatto un passo indietro, di lato o avanti.

Il popolo delle transenne non si cura degli ascolti, di come va la pubblicità, di come funziona la gara. Per la settantesima volta sarà lì ad aspettare che lo show inizi. E da oggi probabilmente si moltiplicherà, visto che la musica col nuovo progetto «tra palco e città» invaderà piazze e palazzi storici, con eventi live su un grande palcoscenico all’aperto. «È il festival dei legami forti», ha annunciato il neo direttore di Raiuno Stefano Coletta. In attesa di vedere se verrà confermato, il popolo delle transenne si anima appena vede Piero Pelù. «Il rock non muore mai», è l’urlo che lo accompagna nella passerella che lo conduce all’ingresso posteriore dell’Ariston per le prove. Mamma e figlia saltellano, per vederlo meglio.

Il festival è come il rock: non morirà mai.