Venerdì 30 Agosto 2024
PATRIZIA TOSSI
Sanremo

Proteste e contestazioni storiche di Sanremo: dal (finto) tentato suicidio ai gilet gialli. Tutti i precedenti dei trattori

Fu Pippo Baudo il primo fare entrare il sociale all’Ariston con gli operai dell’Italsider. Ecco quando il dissenso fermò la musica. E una curiosità: la battaglia sul palco di Freddie Mercury

Sul palcoscenico più famoso d’Italia, le proteste corrono veloci sotto i riflettori di Sanremo. Non solo scandali e gossip a fare da contorno alla musica, al Festival della Canzone trova spazio anche il dissenso sociale. Quest’anno toccherà alla ‘protesta dei trattori’, il movimento degli agricoltori punta all’Ariston per spiegare le ragioni della crisi.

Ma non sono gli unici scampoli di realtà passata da Sanremo: dalle alzate di ingegno di Baudo – l’unico davvero capace di dosare sapientemente sensibilità e share – ai casi di Fazio e Baglioni, sicuramenti meno capaci di Pippo di intercettare la ‘pancia’ dell’Italia e trasformare il sociale in uno show. O quasi. Ecco tutti i precedenti dei casi che hanno fatto ‘irruzione’ (o quasi) al Festival du Sanremo.

Gli operai dell’Italsider

“La nostra lotta è la lotta del Paese". Correva l’anno 1984 e, mentre l'Italia si preparava al Festival, migliaia di famiglie vivevano l'incubo del licenziamento. All’Italsider di Genova – una delle più importanti aziende siderurgiche del Paese – soffiavano venti di chiusura ed era in corso una vertenza infuocata per salvare migliaia di posti di lavoro.

Mentre nello stabilimento di Cornigliano era in corso una manifestazione con 2mila persone, durante il Festival una delegazione di operai andarono a protestare fuori dall’Ariston: Pippo Baudo andò a parlare con loro e fece salire sul palco sei operai che spiegarono agli italiani cosa stava accadendo.

“Il palco non solo vi è stato concesso, ma vi si doveva dare", fu la famosa battuta con cui Pippo Baudo tagliò un altro primato: l’aver portato un angolo di ‘vita vissuta’ tra l’allure e i lustrini di Sanremo.

Il (finto) suicidio in diretta

L’anno successivo, nel 1995, ci fu il caso del disoccupato che minacciò il suicidio all’Ariston. Il 47enne Pino Pagano voleva buttarsi dalla balconata in preda alla disperazione. Quel che seguì è storia: Baudo andò a parlargli, lo abbracciò – “per far farlo parlare vicino al microfono”, tuonano in molti – e lo portò con sé sul palco.

Caso risolto? Assolutamente no. Il disoccupato, come disse ai microfoni di ‘Striscia la Notizia’ non fu mai aiutato a trovare un posto di lavoro e addirittura il tg satirico di Ricci ipotizzò, analizzando i fotogrammi di quei drammatici istanti, che si trattò soltanto di una bufala per alzare gli ascolti. O, come si dice oggi, di una fake news. “Il clamoroso fake baudiano è chiarissimo”, ha ribadito ancora pochi giorni fa Ezio Greggio in un servizio ‘ad hoc’.

La mucca Ercolina e la Terra dei Fuochi

Due i casi scoppiati durante le conduzioni di Fabio Fazio: nel 2000, davanti all'Ariston sfilarono i Cobas con la mucca Ercolina, simbolo della protesta che in quei mesi infuocava in tutta Italia per le le quote latte imposte dall’Europa.

Anni dopo, era il 2014 e al timone c’era ancora Fazio, il Festival venne interrotto dalla protesta di due disoccupati campani arrivati dalla Terra dei Fuochi. Salirono sulla balaustra del teatro e minacciarono di buttarsi di sotto per fare conoscere agli italiani la difficile situazione del lavoro in Campania. Con un temperamento meno impetuoso di Baudo, il prudente Fazio concordò con loro di leggere una lettera con le loro istanze in diretta.

Gilet gialli in rivolta

Nel 2019, in Francia scoppiò il caso dei ‘gilet gialli’: erano gli autotrasportatori che protestavano contro l’aumento del carburante, che rischiava di metterli in ginocchio. Con i prezzi alle stelle e i margini sempre più bassi, la protesta contagiò anche l’Italia con una stagione di manifestazioni e blocchi in autostrada.

Decine di migliaia di cittadini si unì alle proteste, allargando il fronte del dissenso. Quell’anno, una piccola invasione pacifica circondò il teatro Ariston mentre sul palco si svolgeva la gara canora condotta da Claudio Baglioni con i comici Claudio Bisio e Virginia Raffaele. I ‘gilet gialli’ non riuscirono però a entrare in teatro.

La protesta di Freddie Mercury

Quella del 1984 fu l’edizione in cui la rockstar Freddie Mercury protestò contro l’uso del playback a Sanremo. I Queen erano tra i super ospiti con Radio Ga Ga: Freddie voleva cantare in diretta, ma quell’anno il regolamento del Festival imponeva il playback per evitare imprevisti. Nessuno lo sapeva, tutto era stato orchestrato affinché le interpretazioni sembrassero realistiche.

Solo il genio di Freddie, da vera star planetaria qual era, potè permettersi di protestare in quel modo: cantò allontanando il microfono dalla bocca, mostrando a tutti che il brano era registrato. Tra l’imbarazzo generale, Pippo Baudo e Beppe Grillo (allora aveva ancora la casacca da comico) tornarono sul palco facendo finta di nulla. Ma ormai la frittata era fatta.

I trattori a Sanremo?

Gli agricoltori stanno manifestando in questi giorni contro le politiche comunitarie che rendono incerto il loro futuro. “Spero che gli agricoltori possano denunciare anche a Sanremo la loro amara realtà”, commenta Al Bano, escluso dalla gara ma deciso ad appoggiare il dissenso degli agricoltori. “Nel 1984 ero al Festival – continua – ci fu il grande sciopero dei metalmeccanici e Pippo Baudo li portò sul palco. Sanremo non è un palcoscenico solo per le canzoni, ma anche il sociale ha una sua voce importante".

Dopo l’appello lanciato dal movimento Riscatto Agricolo, Amadeus ha raccolto l’istanza: la protesta dei trattori arriverà a Sanremo. "Porteremo al Festival le nostre preoccupazioni, le nostre paure e le nostre fatiche – dicono gli attivisti di Riscatto Agricolo – determinati a illustrare le molte idee e proposte di noi giovani agricoltori, determinati a continuare a sperare nel futuro della nostra agricoltura, nel continuare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni" fanno sapere i rappresentanti del movimento”.