
Simon Le Bon con Nick Rhodes, John e Roger Taylor: "Anche Andy vorrebbe essere qui, ma sta lottando come un leone per vivere"
"Ma Pippo Baudo è ancora in giro?". Memorie virate nostalgia di quattro Wild Boys a Sanremo. Quarant’anni dopo quel primo blitz all’Ariston in un tourbillon di pianti, crisi isteriche e svenimenti di legioni di fan, i Duran Duran tornano stasera al Festival per rinverdire un passato che non passa nel sacro nome di SuperPippo che li volle in Riviera all’apice del successo. Diciotto milioni di telespettatori incollati al teleschermo, almeno la metà di aspiranti fidanzate di quel Simon Le Bon che di lì a pochi mesi avrebbe infranto il loro sogno rosa confetto sposando quella Yasmin Parvaneh, ancora oggi al suo fianco. Ed è proprio lui, oggi 66 anni, a gettare un ponte tra l’Italia canora di ieri e quella di oggi con la rivelazione "sono un fan totale dei Måneskin, straordinari, dovreste essere orgogliosi pure voi di questo gruppo, perché è fantastico".
Difficile spiegargli che dopo quattro anni di trionfi il gruppo romano cammina sul crinale del non ritorno e che Damiano David, in scena ieri sera con l’omaggio a Lucio Dalla di una Felicità a due con Alessandro Borghi, cavalca ora le ambizioni soliste. "Non importa quante cose farò in futuro, per me la vittoria di Sanremo sarà sempre il più grande risultato della carriera" ha detto ieri il frontman, in concerto il 7 ottobre al Forum di Assago e l’11-12 ottobre al Palazzo dello Sport di Roma, in una laconica conferenza stampa. Dovrebbe prendere ispirazione dagli ex “ragazzi selvaggi” Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes, Roger Taylor, che nell’attesa di celebrarsi raccontano: "Il segreto della nostra longevità? Amare quel che facciamo, ridere tantissimo, sdrammatizzando anche peggiori momenti più di stress, e dividere in parti uguali tutti i guadagni". Sentimenti veri. "Pensiamo che la nostra musica sia ancora bellissima, nessuno riesca a fare una musica tanto meravigliosa come noi quattro assieme".
Sì, quattro e non cinque come in quella occasione per l’assenza di Andy Taylor: "Vorrebbe essere di sicuro qui con noi, ma ha un cancro alla prostata al quarto stadio metastatico, sta lottando come un leone e noi siamo al suo fianco col cuore e con la mente". Un legame così stretto col Festival da spingere Rhodes ad ammettere "dovremo cambiare il nome di questa città in Duran Remo". In attesa di tornare in tour in Italia a giugno, il 15 e 16 al Circo Massimo di Roma, il 18 alla Fiera del Levante di Bari, e il 20 agli I-Days di Milano.