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Achille Lauro, 34 anni
Sanremo non è solo musica. È uno specchio deformante che svela chi sei, anche quando cerchi di nasconderti. Achille Lauro e Fedez lo sanno bene. Due re accompagnati dal chiacchiericcio. Il gossip, quello velenoso, li ha spinti sotto i riflettori, seguendoli come uno spettro: la liaison con Chiara Ferragni. E loro? Hanno reagito come due gladiatori in un’arena di sguardi: uno ha sfidato il pubblico, l’altro ha provato a nascondersi.
Achille Lauro è entrato in scena con la precisione di chi sa di essere osservato. Bianco e nero in prevalenza. Non è solo stile, è strategia. Il bianco seduce. È il colore dell’innocenza. E mentre lo spettatore si lasciava ipnotizzare, ecco il nero. Il bianco apre, il nero chiude. Una trappola visiva. Come un prestigiatore che svela solo ciò che vuole. E poi, la finale. Un mantello nero e oro. Imponente, quasi regale. L’oro richiama potere. Lauro ha giocato a fare il re decadente, ma il corpo lo ha tradito? No, ha eseguito. Passo lento, spalle aperte, sguardo immobile. Ha capito che il gossip è una bestia famelica: se lo sfidi, lo domini. Se lo ignori, ti divora.
Fedez ha scelto un’altra strada. O forse non l’ha scelta, l’ha subita. Nero. Sempre. Ogni sera, lo stesso muro. Il nero isola. È il colore di chi si sente accerchiato e prova a controllare il campo. Ma il corpo non mente. Le mani spesso al collo, lo sguardo che sfugge verso il basso. Il nero voleva dire forza, ma i gesti raccontavano paura. E il gossip, quel mostro che lo ha trascinato forse per sua stessa responsabilità sul palco, si è nutrito di ogni microespressione tesa, di ogni respiro troppo veloce. Anche il suo sorriso ha raccontato una verità. Contenuto a fine esibizione, con quell’asimmetria tipica del sorriso sociale, quello che non nasce da un’emozione autentica ma dall’obbligo di dover dimostrare che “va tutto bene” quando invece, dentro, la tempesta è in pieno corso. Davanti allo specchio, il verdetto è impietoso.
Chi ha vinto il Festival? Le classifiche hanno detto altro, ma a livello inconscio, a vincere è stato chi è riuscito a dominare lo sguardo altrui, chi ha saputo giocare con le percezioni. Quel mantello ha pesato più di qualsiasi nota.