Quanto vale Mr Rain a Sanremo senza coro di bambini? A dirlo, fra dieci giorni, sarà Due altalene, il pezzo con cui Mattia Balardi, come si chiama all’anagrafe, si ripromette di legittimare il terzo posto incassato un anno fa al Festival, oltre ai cinque dischi di platino della sua Supereroi – terza canzone più venduta del 2023 – e i centomila spettatori collezionati da un tour estivo all’insegna del sold out. Per il rapper bresciano trapiantato a Milano la vetrina migliore in cui annunciare il nuovo album, in uscita il primo marzo. Due concerti in calendario al momento, il 26 e il 30 novembre rispettivamente al Palazzo dello Sport di Roma e al Forum di Assago.
"Questa canzone ha un significato gigante – premette lui, parlando di Due altalene – Se Fiori di Chernobyl (scartata da Amadeus nel 2020 - ndr ) è stato il prequel, questo brano lo considero il sequel di quel gran bel film che è stato Supereroi , scritta per raccontare un momento difficile e non sentirmi più solo. È stato poi bellissimo incontrare fan che chiedevano di raccontarmi le loro storie. Ecco, perché lo scorso Sanremo è servito innanzitutto a me. Il resto, a cominciare da dischi di platino e classifiche, m’interessa poco".
Com’è nata ‘Due altalene’?
"La scintilla di questo brano è stato il racconto di un genitore che ha perso i suoi due figli, una riflessione sulla perdita in cui si sono inserite poi quelle legate ad altre storie. Una decina. Non una narrazione, quindi, ma suggestioni riunite in un testo che ho scritto e riscritto fino ad arrivare alla versione che volevo. Sul palco proverò a sottolinearne i passaggi pure con dei filmati".
Il passaggio più difficile?
"La seconda strofa (“Io e te fermiamo il mondo quando siamo insieme / anche se dura un secondo come le comete / griderò, griderò il tuo nome fino a perdere la voce / sotto la pioggia, sotto la neve / sospesi in aria come due altalene“ - ndr ) l’ho riscritta una decina di volte, completandola solo una settimana prima di presentare la canzone ad Amadeus. La musica nelle mie canzoni è sempre di sostegno alla narrazione, una scelta di cui vado fiero".
In Riviera è più facile stupire che confermarsi.
"Non sono un tipo da ring e non penso a Sanremo come ad un incontro di boxe. Né mi interessa il podio. La mia missione è quella di entrare nel cuore della gente, ventesimo posto o primo per me è lo stesso".
Che anno, per lei, quello festeggiato in Piazza della Loggia, a Brescia, la notte di San Silvestro...
"Dopo il Festival sono andato dal Papa due volte. Ho portato il mio spettacolo su trentatré palchi incontrando ovunque un grandissimo favore. Ho pubblicato Supereroi in Spagna incontrando lo stesso favore dell’Italia. Tant’è che ora sto studiando la lingua per realizzare un album esclusivamente per il mercato iberico. Insomma, un anno veramente magico di cui non smetterò mai di ringraziare Sanremo e il pubblico italiano".
Conteso tra mille impegni, Mattia dice di essere sempre in ritardo, ma all’appuntamento dell’Ariston si presenterà puntuale.