Sanremo 2024 – “Gli animali umani preferiscono il potere: il potere sugli altri uomini, sulle donne, sui bambini, sulla natura”. La storia dell’umanità secondo Teresa Mannino. Il monologo della co-conduttrice della terza serata del Festival punta tutto sulla ‘comicità intelligente’, una carrellata di battute e ‘non sense’ con finale a sorpresa. Ha parlato di animali e di potere: il potere condiviso del regno animale e il potete del controllo degli umani.
“Finta superiorità dell’uomo sulla natura, abbiamo perso la misura”. Tra ironia e stoccate, parla di animali ed essere umani, un confronto da cui gli uomini (e le donne) non sempre ne escono indenni. Il mondo visto all’incontrario? Possibile: a guidare è la ‘filosofia Mannino’. E affronta, tra gli altri, il tema dell'ambiente e della parità di genere.
"Il potere che piace a me”
Parla di “potere”. Non quello che distrugge – “potere sugli altri uomini, sulle donne, sui bambini, sulla natura”, dice – ma quello che fa bene alla vita. “Il potere che piace a me: il potere di ridere e di farmi ridere. Il potere di vestirmi con le piume rosa (ovvero il suo look, ndr) e cantare anche se sono stonata. Di ballare per strada con mia figlia che si vergogna”.
“Anche a me piace il potere, ma il potere di… che ha tutta un'altra energia. Il potere di ridere e di farvi ridere, il potere di vestirmi con le piume, di cantare anche se sono stonata...". È il messaggio di Teresa Mannino, co-conduttrice questa sera al Festival di Sanremo, in un breve monologo dedicato al tema del 'potere'.
"Non è il momento di passare oltre”
E poi parla di storia, anzi di storie. “Non sono disposta a ignorare le storie che sono appena passate: se non è passato, non è il momento di passare oltre”. Il mondo visto dalle lenti della filosofa Mannino è un luogo sicuro, dove la vita è bella. Senza guerre e prevaricazioni.
Il monologo
“Siamo nel 2024 – riflette l'attrice, alternando il registro serio a quello comico – ma ragioniamo come 2524 anni fa. Il filosofo greco Protagora diceva che l'uomo è misura di tutte le cose. E per noi l'uomo ricco, bianco e occidentale è misura di tutte le cose. Solo che l'ha persa, pensa che tutto il resto del mondo sia a sua disposizione e quello che non serve viene eliminato”.
“E le donne? Che fanno? Eppure sono indaffarate. Parliamo allora di essere umano, ancora meglio di animale umano. Il 60% del nostro patrimonio genetico è uguale alle banane, per quello – scherza – si dice 'mi sono sbucciata le ginocchia’, con le scimmie è uguale al 98%, solo che l'informazione non è molto diffusa, gli scimpanzé ci tengono a non farlo sapere. Ci sentiamo superiori perché parliamo, in realtà gli animali e le piante lo fanno in altro modo. I babbuini, per esempio, si salutano strizzandosi il pene”.
L’elogio alle formiche
Poi l'elogio delle formiche tagliafoglia, che hanno creato un perfetto sistema agricolo in cui i maschi servono solo a procreare, “non gli fanno neanche buttare la spazzatura, l'unico compito è fornire gli spermatozoi, che stanno nella spermateca della regina, me la devo fare pure io la spermateca... il loro compito è il volo nuziale, si accoppiano e dopo muoiono perché non servono più. Ma quanto sono avanti! Non hanno problemi a gestire gli ex e i sono maschi felici perché la loro vita è un'unica grande scop…”.