Matilda De Angelis, da Los Angeles a Sanremo, che effetto fa?
"La prima volta che ho visto il palco mi sono messa a piangere. Nemmeno di fronte a Nicole Kidman ho provato un’ansia del genere".
A proposito, siete rimaste in contatto?
"Ci sentiamo tutti i giorni" (scherza, ndr).
Lei è famosa tra i giovani per la aver postato una sua foto con l’acne, un esempio importante. Lancerà altri messaggi dal palco dell’Ariston?
"Nel mio piccolo cerco sempre di battermi per un certo tipo di emancipazione, contro una narrazione che ci richiede di essere sempre patinate, perfette (nella serie The Undoing per metà del tempo compare nuda, ndr). Comunque no, per questo tipo di comunicazione preferisco altri strumenti più diretti".
Ha sempre seguito Sanremo?
"Lo seguo solo da 6-7 anni perché a casa mia non si guardava la tv. Da piccola avevo i cartoni animati e i film, ma non la tv".
Quali sono i suoi artisti musicali preferiti?
"Da Lucio Dalla (anche lei è di Bologna, ndr), ai Tiromancino, Madame è una ragazza bravissima, amo follemente Francesca Michielin e Gaia, come Elodie. Su un’isola deserta porterei i dischi di Bon Iver, uno di Dalla per ricordarmi di Bologna e uno di Belafonte per via del mio nome".
Lei nasce come cantante...
"Da piccola ho studiato musica, senza eccellere. Poi con un gruppo abbiamo girato l’Europa su un furgone, soprattutto in Gran Bretagna. Facevamo musica indie, io ero una fricchettona".
Come è stato il suo debutto nel cinema?
"Ho esordito in un film con Stefano Accorsi (Veloce come il vento) mentre stavo facendo la maturità. Per tre anni ho vissuto con la sindrome dell’impostore, ogni volta mi chiedevo: ma perché hanno scelto proprio me? Poi, quando mi hanno scritturata anche all’estero, ho capito che me lo meritavo".