![L'esibizione di Lucio Corsi all'Ariston L'esibizione di Lucio Corsi all'Ariston](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/M2RjZTkyZWItOWRkZS00/0/l-esibizione-di-lucio-corsi-all-ariston.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
L'esibizione di Lucio Corsi all'Ariston
Sanremo, 12 febbraio 2025 – “Volevo essere un duro. Che non gli importa del futuro”. Che avesse tutte le carte in regola per stupire lo dicevano un po’ tutti, ma che Lucio Corsi potesse presentarsi così sul palco dell’Ariston lo credevano in pochi. Il cantautore maremmano, originario di Vetulonia, è stato uno dei grandi protagonisti della prima serata del festival di Sanremo 2025. La sua “Volevo essere un duro” ha convinto in particolar modo la sala stampa, tanto che alla fine, nella classifica dei primi cinque stilata dai conduttori Carlo Conti, Gerry Scotti e Antonella Clerici (rigorosamente in ordine sparso) c’era anche lui.
Insieme a quello di Corsi ci sono i nomi di Brunori Sas, Giorgia, Simone Cristicchi e Achille Lauro. E se da un lato è ancora presto per parlare di lui come di un possibile favorito per la vittoria finale, dall’altro è certo che l’esibizione del cantante toscano è stata una delle più applaudite e convincenti della prima serata.
Il significato di “Volevo essere un duro”
Corsi, nel suo brano, affronta la complessità di conformarsi con quei modelli di mascolinità spesso imposti dalla società. Modelli che richiedono agli uomini di esibire forza e durezza. La traccia, intrisa di autoironia, mette in luce il desiderio intimo ma impraticabile di apparire "duro", cioè in linea con un ideale di virilità solida e impassibile.
Attraverso il testo, Corsi esprime tutta quella frustrazione che deriva dall'incapacità di abbracciare questi stereotipi e la disillusione che accompagna il tentativo di essere qualcuno che, semplicemente, non si è. Eppure, viene suggerito anche un senso di liberazione, un'accettazione della propria vulnerabilità. Cioè la consapevolezza che la vera forza potrebbe non risiedere nel conformarsi a simili ideali, ma nel riconoscere e accettare la propria fragilità.
La tematica del brano invita a riflettere su ruoli e aspettative sociali. Con il suo messaggio, Corsi pare incoraggiare l'idea che non ci sia nulla di inaccettabile nell'essere fragili e nel mostrare la propria umanità, sostenendo che il vero coraggio risiede nel vivere sinceramente le proprie emozioni, senza celarle dietro false apparenze.