Martedì 18 Febbraio 2025
MARIA VITTORIA GAVIANO
Sanremo

Il fenomeno Lucio Corsi. Chitarre, Maremma e tortelli: “È il nostro barone rampante”

Viaggio nel Grossetano alla scoperta del mondo del cantautore rivelazione del Festival di Sanremo. La nonna Milena: “Ho chiuso la trattoria per vederlo in tv, ho rischiato l’infarto. L’aspetto per la festa”

Castiglione della Pescaia (Grosseto), 18 febbraio 2025 – “Quando è qui, a casa sua, ogni mattina viene al bar e prende sempre un cappuccino, una pasta e un succo di frutta. Sempre così, è sempre lo stesso. Pensi che al festival si è presentato con gli stivali che porta tutti i giorni e con lo stesso cappello”.

Mentre giri per Vetulonia, un cespuglio di case aggrappate ad una delle colline più ricche di testimonianze archeologiche dell’intera Maremma (etrusche, soprattutto), ti rendi subito conto di quanto Sanremo abbia cambiato Lucio Corsi: niente. Giri, fai domande e scopri che il “folletto-menestrello-marziano” (come lo ha definito la sindaca di Castiglione della Pescaca, Elena Nappi) sul palco non ha portato un personaggio ma una persona. La sostanza invece dell’apparenza, la spontaneità invece che il politicamente corretto. Il cuore, soprattutto. E del cuore parla anche la nonna, Milena Marchetti, cintura nera di tortelli maremmani che sforna nel suo ristorante di Macchiascandona dove ha insegnato ad impastare anche al nipote.

Lucio Corsi, 31 anni, rivelazione del Festival di Sanremo, in una foto nella cucina della trattoria della nonna Milena
Lucio Corsi, 31 anni, rivelazione del Festival di Sanremo, in una foto nella cucina della trattoria della nonna Milena

“Non solo ho pianto davanti alla televisione – racconta –, ma quando l’ho visto arrivare secondo al Festival d Sanremo ho rischiato un infarto. Non ci potevo credere dalla contentezza”. Ristorante “chiuso per festival”, comunque, come si era preoccupata di far sapere dal giorno prima del debutto, perché non voleva perdersi neanche un secondo di quell’andirivieni sul palco. Riapre domani, forse con il timore di dover affrontare un sold out che certo fa piacere, ma non collima con la riservatezza a cui la famiglia di Lucio non ha voluto rinunciare neanche per un’occasione così speciale.

“Sa dove abbiamo seguito tutte le serate? – chiede Nicoletta Rabiti, la mamma di Lucio –. Qui, seduti sul divano di casa nostra. La nonna, mia marito ed io. Il festival ce lo siamo goduti solo noi tre”. “Sa che neanche io conoscevo bene la canzone che ha portato? – continua la mamma – Mi aveva fatto sentire qualcosa, ma poco. Sono felice, soprattutto perché ho capito che la gente ha apprezzato la persona, il messaggio, il suo essere vero. Al ristorante spesso si fermava qualcuno e ci faceva i complimenti per Lucio, si vede che chi già lo conosceva aveva apprezzato la sua musica e il suo modo di essere”.

La musica Lucio l’ha scelta come compagna di vita dopo aver visto il film The Blues Brothers, momento in cui – ha raccontato lui stesso – ha capito che sì, quella era la sua strada. A 19 anni – nel 2012 – lascia la casa di famiglia a Val di Campo (una sola strada, in totale tre poderi, forse quattro, non di più) e va a Milano dove la mamma spera si iscriva all’Accademia di Belle arti, perché a lei piace dipingere. La speranza dura poco, Lucio in testa aveva la musica e a solo questa pensa. Lo aiuta l’amicizia con Francesco Bianconi dei Baustelle: nel 2015 il primo Ep, nel 2017 il suo primo disco dal titolo Bestiario Musicale. Sì, perché gli animali hanno un grande peso nei pensieri di Lucio. Ama quelli da cortile (d’altra parte, la campagna...), i cani (ne ha quattro) e pure la cerambice della quercia: “Il mio insetto preferito”, dice il cantautore. Comunque una soddisfazione personale la mamma l’ha avuta: sulle copertine dei suoi album ci sono i disegni realizzati da lei. Riproduzioni di quadri che tiene appesi nel ristorante.

“Appena sarà possibile, vorremmo festeggiare Lucio in famiglia – dice la nonna –. Non lo vediamo da quasi due mesi e ora chissà quando lo rivedremo con tutti gli impegni che ha già...”

E vorrebbe festeggiarlo anche la sindaca che in lui “dietro l’abbigliamento insolito, il trucco particolare e la figura sottile” dice di rivedere “il Barone rampante di Italo Calvino”. “Voleva essere un duro – dice ancora – ma ha conquistato il cuore di tutti”. Il cuore. Di nuovo lui.