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Lucio Corsi con Topo Gigio
"Ma cosa mi dici mai…". La quarta serata del Festival ha visto in scena 143 artisti e un topo. Sì, quel Gigio che con i suoi falsetti e la sua bonaria semplicità ha toccato il cuore di quattro generazioni. Ultima, anzi penultima, quella di Lucio Corsi, che l’ha voluto al fianco all’Ariston per duettare Nel blu dipinto di blu. "Quella per me è la canzone delle canzoni" ammette il cantautore toscano. "Con Topo Gigio ci siamo conosciuti a Castiglione della Pescaia. Di questo duetto vado molto orgoglioso, non è una gag, ma si fonda sulla musica che amo che è quella che mi porta da altre parti, che mi cala in altri panni, mi inganna; la musica che mi racconta la realtà per com’è mi annoia".
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Se la voce del roditore più famoso d’Italia è quella di Leo Valli, l’ “anima” è Alessandro Rossi, curatore dell’eredità artistica di Maria Perego che nel 1959 creò il pupazzo di spugna assieme a Federico Caldura con la collaborazione del regista Guido Stagnaro. Ed è proprio quell’ “anima” a venire fuori quando Gigio parla.
Topo Gigio: com’è nata quest’avventura sanremese?
"Dalla lungimiranza di Corsi e del gruppo Sugar che hanno pensato di unirci in questo grande classico della storia festivaliera. D’altronde la prima voce era stata proprio quella di Domenico Modugno e quindi s’è trattato di una chiusura del cerchio. Ghiotta opportunità di tornare in quel mondo della discografica dove mi sono sempre mosso con totale libertà e grande successo (perfino l’Ed Sullivan Show, ndr)".
Due anni fa aveva interpretato un’altra canzone regina del Festival quale Brividi con Valerio Lundini.
"Altra persona che stimo e che ha letto in me qualcosa che l’ha stuzzicata per un duetto. Non ero mai stato a Sanremo e farlo con la mia prima voce l’ho trovata un’opportunità eccezionale. Pochi lo sanno, ma dopo la voce di Mimmo, ho parlato con quella di Dario Fo. Poi è cominciata l’era di Peppino Mazzullo, che nella vita di tutti i giorni si esprimeva esattamente come me, durata più di quarant’anni. Poi è arrivato Davide Garbolino, ma il Mazzullo 2.0 è stato Valli. Che fra l’altro sa pure cantare e questo aiuta".
Ma questi non sono tempi duri per i troppo buoni?
"Maria Perego è riuscita a tenere la barra a dritta nei decenni e io continuo su quella strada, anche perché mi sembra di vedere un certo recupero dei buoni valori che lascia sperare in una risalita della china. Il mio cartone, in onda su Rai e Netflix, ha vinto il premio di Cartoon On the Bay, equivalente dell’Oscar nel mondo dei cartoni animati, e quello del Moige per le famiglie".
Cosa c’è dopo Sanremo?
"Vorrei tanto interpretare altri successi italiani in chiave di duetto e riunirli magari in un album. Avrebbe pure potenzialità internazionali: basta pensare che abbiamo prodotto delle gif da telefonino e le hanno scaricate 430 milioni di utenti".
Il partner più desiderato?
"Jovanotti. Che m’aveva già contattato al tempo per realizzare un video di Per te, di cui però poi non se ne fece nulla. Questa potrebbe essere la volta buona".