Sanremo, 12 febbraio 2024 – Angelina Mango e Geolier. Il giorno dopo, Sanremo 2024 racconta innanzitutto la storia di due ragazzi del Sud. Lei, nata a Maratea e cresciuta a Lagonegro, lui napoletano di Secondigliano. "Il Festival mi ha regalato una cosa gigante, la settimana più bella della mia vita" dice lei, 22 anni. "Ho vissuto ogni minuto, ogni attimo. Sabato mattina mi sono svegliata col timore della fine. Poi, però, c’è da dire che la fine è stata bella. Mi sono resa conto di quel che m’è accaduto solo ieri mattina, quando sono uscita dall’hotel e ho trovato la gente ad aspettarmi: per me la vera vittoria non è un premio o una classifica, ma l’affetto della gente".
Le polemiche l’hanno ferita?
"Direi proprio di no. Mi sento onorata di essere arrivata in fondo con Geolier perché sono una sua grandissima fan come lo sono pure di Irama, Ghali e Annalisa. Quattro giganti della musica italiana".
Geolier è stato il primo a spendersi per raffreddare il clima.
"Assolutamente. Un bellissimo gesto. Siamo due giovani che fanno musica e chi fa musica di solito non ha un forte spirito competitivo. Sono contentissima che i miei colleghi abbiano canzoni che si ascolteranno le prossime settimane".
Nel momento del trionfo ha citato i suoi familiari, ma non papà…
"Ho dedicato la vittoria alle persone che amo, al pubblico e al mio team. Quindi tra le persone che amo ci sono tutti. E poi il palco è amico mio, mi toglie le ansie e mi fa stare bene. Debbo dire che all’Ariston non sono mai stata sola, perché sentivo tutti i miei familiari in scena con me". Venerdì, nella serata delle cover, ha cantato «La rondine» col pensiero a suo padre.
"Per tenere la mia vita personale e quella professionale ben separate, non avevo mai cantato cose sue. Poi, cercando una cover per il Festival, ho avuto come la sensazione di dover fare questa scelta. Perché, in caso contrario, non me lo sarei mai perdonata. Ho scelto omaggio rispettoso, perché volevo che ad uscire fossero innanzitutto la canzone e, naturalmente, il ricordo. La reazione dell’Ariston mi ha reso fiera me. E ha reso fiera pure tutta la mia famiglia".
Suo padre ha partecipato al Festival sette volte e il miglior piazzamento è stato il 5° posto del 2007 con «Chissà se nevica».
"Non ci ho pensato. Ma sono felice che ci sia stata una ricorrenza familiare su quel palco. Una cosa molto dolce".
Cosa le avrebbe detto Pino dopo un risultato del genere?
"Sono diventata una persona educata e gentile e penso che innanzitutto sarebbe fiero di questo".
Ora c’è l’Eurovision.
"Non aspettandomi niente da questa partecipazione al Festival, sono caduta dalle nuvole. So che è una grande responsabilità, ma sono veramente fiera di rappresentare la mia gente a Malmö. Sto iniziando a prendere le misure non posso rimanere stordita. Mi piace arrivare lì con un messaggio positivo perché rappresento l’Italia".
Quali Paesi l’incuriosiscono di più?
"Ho solo ventidue anni e devo scoprire ancora tutto della vita. Sono innamorata della Spagna e quindi in Svezia spero di fare amicizia col due iberico dei Nebulossa". -
Un sogno da realizzare?
"Come artista, andare in studio e fare una settimana di scrittura creativa, come ragazza avere il tempo per uscire a mangiare un gelato con gli amici".
Questa partecipazione è arrivata grazie pure all’avventura di ’Amici’.
"L’esperienza accumulata nell’ultimo anno ad ‘Amici’ mi ha aiutata a dare priorità alla musica e a focalizzare bene il motivo per cui la faccio".
E la De Filippi?
"Maria mi ha spinto a guardare in faccia le mie paure e a superarle. Dopo la vittoria ci siamo sentite ed è molto contenta".
Il duetto della vita con chi se lo immagina?
"Con Anderson.Paak".
Sabato appena scesa dal palco cos’ha fatto?
"Una videochiamata a mia madre ( l’ex Matia Bazar Laura Valente - ndr ), piena di sguardi. Eravamo entrambe sconvolte e siamo rimaste in silenzio. Non mi aspettavo tutto questo".
Che consiglio le aveva dato prima di Sanremo?
"Di andare a divertirmi. E godermela tutta, perché dura solo tre minuti. Tre minuti, però, che possono cambiarti la vita".
E in quei tre minuti s’è divertita?
"Sì, da morire".