Degli Antoni
Tu chiamale se vuoi commozioni. Il 75° Festival di Sanremo sarà ricordato come l’unico Festival che ha avuto come ospite il Papa. A distanza, s’intende, con un messaggio video (ne riferiamo più sotto). Il Festival vero e proprio comincia con la citazione di Ezio Bosso che, qui sul palco dell’Ariston, nel 2016, disse: "La musica come la vita si fa in un modo solo. Insieme". Dopo una decina di secondi in cui l’audio misteriosamente sparisce, la prima a scendere nell’arena è Gaia, uscita di casa con ancora indosso la camicia da notte (vabbe’, la perdoniamo) e armata di una mano metallica da Jeeg Robot che, con tutto il rispetto, fa un po’ impressione (Conti quando le stringe la mano: "Ho preso la scossa").
Dopo Gabbani irrompe sul palco Gerry Scotti, monumentale nel suo completo scuro. "Grazie per avermi fatto sentire importante", esordisce. Il primo annuncio: "È dall’oratorio che me lo sogno". Dopo aver elencato l’infinita lista degli autori del brano: "Sono tutti quelli del suo condominio".
Fermi: è Noemi o Elsa di Frozen? Quando la cantante arriva sul palco, lo strascico del suo abito è ancora in via Matteotti davanti all’Ariston. Ma non c’è tempo di stupirsi che arriva Antonella Clerici in un abito metallurgico. "Se fosse ancora con noi ci sarebbe un altro grande amico" e parte un breve frammento di Hai un amico in me cantata da Fabrizio Frizzi per Toy Story in cui doppiava il protagonista a cartoni animati Sceriffo Woody
Dicono che il successo talvolta dia un senso di onnipotenza, di sicuro non è il caso di Irama che si presenta sul palco indossando il cappotto di Napoleone Bonaparte. Repentino cambio di atmosfera con Simone Cristicchi e la sua ballata Quando sarai piccola ispirata alla condizione della mamma malata, al termine della quale il cantante appare sinceramente commosso, tanto da ricevere una standing ovation. Alle 21.52, come anticipato, un vero colpo di scena: un messaggio del Papa al Festival. Poche parole: "La musica è bellezza, è strumento di pace, è una lingua che tutti i popoli parlano e raggiunge il cuore di tutti. Penso, in questo momento, a mia mamma che mi raccontava e mi spiegava alcuni brani di opere liriche facendomi conoscere il senso di armonia. Pensando al tuo invito (di Conti, ndr) penso a tanti bambini che non possono cantare la vita, e piangono e soffrono per le tante ingiustizie del mondo. Le guerre distruggono i bambini. Non dimentichiamo mai che la guerra è sempre una sconfitta. Questo è quello che desidero di più: vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile!". Segue il duetto tra l’israeliana Noa e la palestinese Mira Awad sulle note di Imagine di John Lennon cantato in ebraico, arabo e inglese. Con una postilla in italiano: "Speriamo che tra un anno saremo qui a festeggiare un vero accordo di pace". Appuntamento al 2026.
A proposito di megalomania, l’apparizione di Jovanotti è fantasmagorica e non solo perché si presenta indossando una coperta termica: parte da via Matteotti occupata da una torma di batteristi che suonano all’unisono, entra nell’Ariston accolto da ballerine indiane e un suonatore di sitar, poi si getta nella platea (dotata di braccialetti luminosi) abbracciando una moltitudine di spettatori, tra cui un’anziana che gli si avvinghia al collo e che deve essere abbattuta dalle guardie del corpo. Intona un medley di L’ombelico del mondo, Il più grande spettacolo del mondo, I love you baby, Fuori onda, A te prima di cantare la nuova Un mondo a parte. Segue la consueta manifestazione di entusiasmo vitalista alla Benigni. E sulle note di Momenti di gloria introduce Gianmarco Tamberi (32 anni) con cui ingaggia un duetto filosofico (non siamo in grado di riferirlo). L’atleta italiano smentisce le voci del ritiro e dà appuntamento alle Olimpiadi del 2028. "Ci vediamo a Los Angeles". Ottimista.